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La metastasi è la migrazione di cellule tumorali dal sito originario a tessuti più o meno distanti da esso, dove possono riprodursi e generare un nuovo tumore. Lo spostamento si verifica attraverso la circolazione sanguigna e linfatica. Show
Gli ostacoli incontrati da queste cellule impazzite per giungere a destinazione e mettere in atto il loro piano diabolico sono dunque numerosi. Devono riuscire a staccarsi dal tessuto di appartenenza, superare le barriere anatomiche dei singoli tessuti ed eludere la sorveglianza del
sistema immunitario. Questo spiega perché solo l’1% delle cellule che si staccano dal tumore primitivo riesce a dare luogo a una metastasi. PERCHÉ È FONDAMENTALE L’ONCOLOGIA DI PRECISIONEIl fenomeno della formazione delle metastasi è molto complesso e, nonostante la mole di studi a riguardo, per molti aspetti ancora ignoto. Numerose osservazioni indicano che il processo di migrazione cellulare che dà luogo alla metastasi è difficilmente standardizzabile. Esiste una variabilità estrema sia fra i pazienti che fra i tumori. Questa eterogeneità nel comportamento della malattia richiede un approccio personalizzato, che incontra nella Medicina di Precisione la filosofia di cura appropriata. Ma, per poter sviluppare trattamenti personalizzati in oncologia, è necessario conoscere meglio ciò che si verifica nell’organismo quando è in atto la colonizzazione da parte delle cellule tumorali migranti. Consulta le migliori strutture per Oncologia: LE CELLULE STAMINALI TUMORALI Le cellule staminali sono cellule non specializzate, capaci di trasformarsi nei circa 200 diversi tipi cellulari che
formano l’organismo. Esistono, tuttavia, anche cellule staminali nemiche: accade nel caso del tumore. All’interno di alcune neoplasie sopravvivono nuclei di cellule staminali tumorali, che rappresentano:
Prova ne è che queste cellule sono presenti specialmente nei tumori più aggressivi. Uno di questi è il glioblastoma, che
colpisce le cellule di sostegno dei neuroni (la glia). Questa patologia può resistere a tutti i trattamenti e dare origine a recidive, tanto che è uno dei tumori maggiormente associati a prognosi infausta. LA COESIONE DEI TESSUTI Perché una cellula possa staccarsi dal tessuto di appartenenza e dare inizio alla migrazione, è necessario che siano alterati i fattori di coesione con il resto del tessuto. Inoltre, è indispensabile che la
cellula abbia acquisito le proprietà dinamiche che la rendono adatta allo spostamento. Ne hanno discusso alcuni fra i maggiori esperti mondiali, riuniti alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale del Tumori il
23 e 24 gennaio scorso in occasione dell’evento 10th Milan Congress on anticancer innovative therapy. LA COMUNICAZIONE ALTERATA ALLA BASE DEL TUMORENel codice genetico sono presenti geni che stimolano la proliferazione cellulare e geni che la inibiscono: il corretto equilibrio dinamico fra i due sistemi implicati mantiene l’organismo nell’ambito della fisiologia. Quando, invece, prevalgono i primi, si profila il rischio che la proliferazione cellulare diventi incontrollata, a causa di altri fattori concomitanti: per questa ragione vengono definiti oncogeni. Gli inibitori sono definiti oncosoppressori, perché si oppongono alla formazione di tumori. Fra gli oncogeni più studiati si annoverano quelli che codificano per le proteine YAP e TAZ, la cui attività dipende dalle tensioni che agiscono sulla matrice extracellulare: minore è la tensione, più intensa è la loro azione. p53: UN PREZIOSO SISTEMA DI DIFESA Nei tumori, YAP e TAZ, i due degli interruttori generali del cancro, possono riprogrammare le cellule tumorali per dare origine a cellule staminali, con le conseguenze nefaste (metastasi comprese) analizzate sopra.
DA AMICA A NEMICA: IL VOLTAFACCIA DELLA P53 Quando la p53 è vittima di mutazioni, può diventare una nemica particolarmente insidiosa. Le mutazioni della proteina p53 sono fra i fattori più da vicino correlati all’insorgenza di
metastasi.
In più del 50% dei tumori la p53 è mutata e stabilizzata e la sua presenza promuove la crescita tumorale. Questa scoperta è fondamentale perché può permettere agli scienziati di capire quali sono gli aspetti di maggiore vulnerabilità del tumore e come colpirlo per vincerlo. TAGLIARE LE RISORSE: UNA POSSIBILE SOLUZIONEFra le scoperte più determinanti sull’azione della p53 mutata nella genesi delle metastasi, anche quella che ha chiarito il ruolo di un importante via metabolica nella sua attivazione e stabilizzazione. Si tratta del ciclo del mevalonato, una via metabolica che conduce alla sintesi del colesterolo. La ricerca ha dimostrato che la somministrazione di
farmaci che interrompono questo ciclo (come le statine, fra i più famosi medicinali ipocolesterolemizzanti) riduce le capacità metastatiche del tumore. UN TUMORE PARTICOLARMENTE AGGRESSIVO: IL CARCINOMA OVARICOIl carcinoma ovarico è la quinta causa di morte per tumore nei Paesi sviluppati. In Italia colpisce ogni anno 5.200 donne e nel 75% dei casi viene diagnosticato in fase avanzata, tanto che la diagnosi precoce si realizza nel 20% dei casi.Questa patologia tende a svilupparsi senza destare particolari segnali di allarme. Quando provoca sintomi, si tratta di manifestazioni generiche, sfumate e difficilmente correlabili con una diagnosi importante. Inappetenza, gonfiore addominale, alterazioni delle abitudini intestinali e lievi perdite ematiche vaginali possono essere facilmente scambiati come indizi di relativa importanza. Nel frattempo, il tumore può crescere e dare luogo a metastasi, principalmente nella cavità addominale. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere il carcinoma ovarico una neoplasia fra le più insidiose, la cui sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rimane al di sotto del 40%. Recenti ricerche effettuate presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) mostrano come le
mutazioni della p53 rendono questo tumore più aggressivo. La spiegazione sembra risiedere proprio nell’alterazione dei sistemi di comunicazione cellulari. La p53 mutata si lega a YAP, che, attivato rende il tumore insensibile alla terapia tradizionale impiegata, il cisplatino. Consulta le strutture sanitarie che effettuano una Visita ginecologica: LA FIRMA MOLECOLARE DEL CARCINOMA MAMMARIOLa proteina p53, insieme ad altri oncosoppressori, regola l’attività di quasi 200 geni: l’espressione di questi costituisce la firma molecolare del tumore. Si tratta di una serie di dati predittiva dell’evoluzione della malattia sulla quale si basano le più recenti tecniche diagnostiche e terapeutiche in oncologia. Il profilo genetico del tumore è il parametro guida per determinare il percorso di cura e permette di effettuare proiezioni sul comportamento del tumore in presenza di specifici farmaci. Questo studio consente di capire subito se un certo farmaco sarà efficace in un determinato paziente, risparmiando tempo prezioso e salvaguardando il malato dagli effetti collaterali connessi alla sua somministrazione. Se l’espressione della firma molecolare è elevata, il tumore sarà verosimilmente più aggressivo e la prognosi più sfavorevole (tumore Luminal B). Questo perché la regolazione dei geni di cui sopra al di fuori dei parametri fisiologici implica, a mone, l’attivazione di fattori oncogenici. In questi casi, il
tumore ha acquisito la capacità di riprogrammare le proprie cellule in modo che diventino staminali tumorali. Consulta le migliori strutture per Tumore maligno alla mammella: Domande e risposte1. IL TUMORE METASTATICO È CURABILE?
2. IL CANCRO METASTATICO PUÒ ESSERE CURATO CON LA CHEMIOTERAPIA? 3. COSA SUCCEDE QUANDO IL TUMORE SI DIFFONDE? 4.
QUALI SONO GLI ORGANI NEI QUALI IL TUMORE AL SENO DÀ PIÙ FACILMENTE METASTASI? 5. IL TUMORE ALL'OVAIO
METASTATICO È CURABILE? Come guarire da un tumore metastatico?In genere il trattamento del tumore metastatico ha lo scopo di mantenere sotto controllo la malattia e di ridurne i sintomi. A seconda dei casi è possibile ricorrere a terapie sistemiche come la chemioterapia classica, la terapia ormonale, le terapie a bersaglio molecolare o l'immunoterapia.
Quanto si vive con tumore metastatico?La forbice della sopravvivenza va da meno di un anno a oltre 20 anni: con un range così ampio e con un gruppo così eterogeneo, la media perde di significato. Le statistiche sono importanti, ma è altrettanto importante sapere che ogni caso deve essere valutato singolarmente e che ogni persona ha una storia a sé.
Quali sono le metastasi più pericolose?Melanoma: ossa, cervello, fegato, polmone, pelle, muscoli. Ovaie: fegato, polmone, peritoneo. Pancreas: fegato, polmone, peritoneo. Prostata: ghiandole surrenali, ossa, fegato, polmone.
Quando si vive con le metastasi?I pazienti presi in considerazione in questo studio, affetti da metastasi ossee, hanno presentato nell'85% dei casi una sopravvivenza inferiore ai 21 giorni. All'ingresso le condizioni dei pazienti erano di ridotta autonomia, in una fase di declino tipico della traiettoria finale di vita del paziente oncologico.
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