I malati di tumore possono andare al mare

Consigli degli esperti 
Tre milioni di italiani hanno superato una diagnosi di tumore: alcuni sono guariti e conducono una vita del tutto «normale», altri hanno cronicizzato la malattia e ci convivono da anni, altri ancora stanno affrontando le terapie. In moltissimi casi programmare un periodo di vacanza è possibile, purché la persona interessata sia in condizioni fisiche che consentano di muoversi e gli eventuali trattamenti anticancro in atto lo permettano. «Prendersi un breve periodo di ferie può rivelarsi utile sia per recuperare forze fisiche che per il benessere mentale – sottolinea Maurizio Tomirotti, presidente del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici (Cipomo) e direttore dell’Oncologia Medica all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano -. Basta parlarne con il proprio medico e organizzarsi. Spesso con un po’ di buona volontà è possibile». Ecco i consigli del Cipomo per pianificare una vacanza con un paziente oncologico.

Chi può andare in ferie con una diagnosi di tumore?
Chiunque, indipendentemente dallo stadio di malattia o dall’età. L’unico presupposto indispensabile è che il malato sia in grado di spostarsi. E’ naturalmente fondamentale chiedere il parere dello specialista che lo ha in cura (oncologo, radioterapista o chirurgo) e che conosce nello specifico la condizione clinica della singola persona. A lui vanno rivolte domande tecniche e pratiche, per valutare la fattibilità di una qualsiasi vacanza.Nei casi più delicati, essere accompagnati da un familiare o da un amico (meglio se il caregiver abituale) può fare la differenza.

Ci sono mete «proibite»?
No. Mare, montagna, città, in Italia e all’estero. Non esistono limiti particolari validi per tutti. Ancora una volta la regola è una sola: parlare con il medico che, conoscendo nello specifico la situazione, può dare suggerimenti pratici e dettare eventuali accorgimenti o regole da rispettare. L’unico limite, valido per chi ha terapia in corso, è forse quello di evitare gite «itineranti» o destinazioni «estreme» che richiedano spostamenti disagevoli e faticosi: meglio scegliere un’unica meta ben definita prima di partire, verificando che ci sia l’occorrente (come un pronto soccorso o un ospedale con oncologia) in caso di imprevisti.

Cosa bisogna fare, concretamente, per organizzare una vacanza?
Innanzi tutto portare con sé la documentazione che riporta la storia del malato e l’eventuale terapia in corso (meglio tradotto in lingua inglese se si va all'estero) e informarsi prima della partenza a quale struttura rivolgersi per affrontare eventuali urgenze o imprevisti. Se necessario, nel caso si voglia partire per periodi lunghi, programmando per tempo e prendendo contatti con le strutture ospedaliere della località di villeggiatura si può anche pensare, ad esempio, di effettuare una seduta di chemioterapia lontano da casa. Bisogna parlare con l’oncologo curante e verificare che sia fattibile.

Quali attenzioni o precauzioni particolari vanno prese?
In generale tutti i pazienti oncologici devono fare attenzione al sole e proteggersi con particolare cautela: cicatrici chirurgiche, effetti collaterali delle radioterapia o farmaci fotosensibilizzanti rendono la pelle un punto vulnerabile, ma è per lo più sufficiente coprirsi, utilizzare adeguate creme ed evitare di esporsi nelle ore più calde, anche per prevenire cali di pressione o colpi di calore. Curare l'alimentazione preferendo cibi freschi e leggeri con buon apporto di acqua e sali minerali (frutta e verdura, salvo controindicazioni specifiche) e proteine ad alta digeribilità (pesce, formaggi freschi). Ridurre al minimo le bevande alcoliche, bere almeno un litro e mezzo d'acqua al giorno ed evitare cibi non affidabili sul piano igienico.

Quando partire?
Un’accortezza particolare per chi sta affrontando la chemioterapia potrebbe essere valutare i tempi della partenza tenendo presente che sarebbe meglio allontanarsi da casa dopo circa 10-12 giorni dall’ultima seduta, quando in genere è stato smaltito il più degli effetti collaterali che possono debilitare il malato e rendere poco piacevole un viaggio. Così resterebbe all’incirca una settimana di tempo prima della terapia successiva, ma in accordo con l’oncologo si potrebbe ritardare di qualche giorno e arrivare a guadagnare una decina di giorni o qualcosa di più per la vacanza

Le sedute di chemioterapia o radioterapia si possono spostare?
In molti casi rinviare qualche giorno non è un problema e non mette in pericolo l’efficacia dei trattamenti o la vita del paziente. Anche questa è però una scelta che va attentamente valutata (e pianificata in anticipo) con lo specialista.Diverso è il discorso riguardo alla radioterapia: può in molti casi essere rinviato l'inizio del trattamento che però una volta avviato è meglio non interrompere.Anche visite ed esami di controllo, in molte occasioni, possono essere anticipati, posticipati o eseguiti in altre strutture ospedaliere: tutto dipende dal singolo caso e bisogna sempre interpellare il proprio medico curante.

Cosa è indispensabile mettere in valigia?
Portare con sé i farmaci di uso abituale e quelli consigliati dall'oncologo. Non occorrono «scorte» in Italia: le nuove ricette elettroniche sono spedibili anche in regioni diverse da quella di residenza. Nei Paesi della comunità europea l'assistenza ospedaliera è reciprocamente coperta dai Servizi Sanitari pubblici. Al di fuori, è invece bene munirsi di un’assicurazione temporanea.

Camminate, nuotate, gite in bicicletta e sport vari: cosa si può fare?
Anche in questo caso non c’è nulla di vietato in assoluto, anzi l’attività fisica è di grande aiuto per combattere gli effetti collaterali delle terapie, per prevenire le ricadute (come è stato documentato scientificamente da più studi) e anche per migliorare il benessere psicologico.Troppo spesso pazienti e familiari eccedono in cautele: se il paziente se la sente, invece, una moderata e graduale ginnastica, senza esagerare, può essere un toccasana.È indispensabile confrontarsi con l'oncologo per evitare quelle attività che potrebbero essere controindicate dalla condizione clinica specifica del singolo paziente.

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Chi ha un tumore può andare al mare?

Rispetto al passato, gli oncologi non vietano di recarsi al mare ai pazienti, consigliano, ovviamente, massima prudenza. Questa apertura si trasforma in un divieto nel caso in cui il tumore per il quale la persona è in cura sia un melanoma.

Perché non si può prendere il sole durante la chemio?

I farmaci chemioterapici ad esempio sono fotosensibilizzanti, cioè aumentano la sensibilità della cute alle radiazioni solari e quindi il rischio di scottature.

Quando si fa radioterapia si può andare al mare?

È possibile fare il bagno in mare o in piscina appena la reazione cutanea è passata, di solito dopo un mese dalla conclusione del trattamento.

A cosa ha diritto un malato di tumore?

Una volta accertato il possesso dei requisiti sanitari e amministrativi, la prestazione viene corrisposta a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Per il 2020 l'importo dell'assegno è di 286,81 euro per 13 mensilità. Il limite di reddito personale annuo è pari a 4.926,35 euro.