Cosa non fare prima delle analisi della tiroide

Indice

  • Anticorpi anti-tireoglobulina (anti-TG)
  • Calcitonina
  • Domande e risposte

Che cos’è la tiroide e a cosa serve

Vi siete mai chiesti perché sia così importante effettuare dei controlli sulla funzionalità tiroidea?
Cos’è la tiroide, e a cosa serve?
E per quale ragione sembra che la salute femminile abbia così tanto a che fare con il corretto funzionamento di questa ghiandola?

Ecco una prima risposta alle nostre domande: la tiroide è una ghiandola endocrina.

Significa che fa parte di un complesso e delicato sistema di ghiandole che producono sostanze che si riversano “verso l’interno” del corpo (in organi o tessuti, tra cui il sangue), per lo più ormoni, che a loro volta regolano molteplici funzioni vitali.

Nel caso della tiroide, che dopo l’ipofisi (o ghiandola pituitaria, posta nel cervello alla base del cranio), è la ghiandola endocrina più importante, essa produce due ormoni specifici: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), attraverso i quali si occupa di attivare a gestire funzioni fisiologiche primarie tra cui:

  • Cosa non fare prima delle analisi della tiroide
    Regolare il metabolismo basale, quello che ci permette di sostentarci utilizzando l’energia desunta dai cibi

  • Regolare il ciclo sonno-veglia

  • Mantenere in equilibrio la termoregolazione, ovvero la capacità del corpo umano di mantenere costante la temperatura interna attivando meccanismi adeguati al cambio di clima

  • Promuovere i processi biologici di sviluppo dell’organismo nell’età puberale della crescita

  • Stabilizzare il ritmo del cuore, stimolare la pompa cardiaca e mantenere buono il tono venoso

  • Mantenere in salute pelle, capelli e vista

  • Contribuire a regolare il ciclo mestruale nelle donne in età fertile

  • Mantenere stabile il livello di colesterolo nel sangue

  • Stabilizzare l’umore

  • Migliorare memoria e performance cognitive

La tiroide, a ben vedere, “sta dietro” a tantissime ed eterogenee mansioni, pertanto quando questa ghiandolina fa il suo dovere ci permette di dire a noi stessi: come ci sentiamo bene! Tutto funziona come un orologio: il cuore è regolare, ci sentiamo pieni di vitalità e di forza, la mente è efficiente e la memoria pronta, l’umore stabile, così come il nostro peso e il ciclo mestruale (se siamo donne). Siamo del tutto in grado di gestire bene lo stress, non patiamo il freddo o il caldo più di tanto, e dormiamo senza problemi. Pelle, capelli e occhi non ci danno problemi.

Per lavorare in modo ottimale la tiroide deve avere un corretto apporto di iodio, il minerale costitutivo di questa ghiandola che in parte viene prodotto dall’organismo stesso, e in parte introdotto tramite l’alimentazione. I cibi contenenti iodio sono soprattutto prodotti ittici: pesce, crostacei, alghe.

Una carenza di iodio può quindi comportare disfunzioni a livello tiroideo. Un’altra domanda che forse vi sarete posti è: dove si trova la tiroide?
Alla base della gola, più o meno a livello di laringe (negli uomini sotto il pomo d’Adamo), ha una forma caratteristica a farfallina, con due lobi (ali) laterali collegati tra di loro da un sottile “istmo”, e di norma non la vediamo dall’esterno.

Tuttavia, un rigonfiamento tipico – chiamato gozzo – che compaia all’improvviso sulla nostra gola, può farci sospettare un disturbo della tiroide che comporti ad esempio una infiammazione della ghiandola. La tiroide inizia a funzionare già in utero, più o meno intorno alla 12ma settimana di gestazione, grazie al fondamentale apporto degli ormoni tiroidei materni. Per questa ragione è molto importante monitorare la funzionalità tiroidea durante tutta la gravidanza, perché solo se la tiroide della madre lavora bene, siamo certi che altrettanto accada nel feto.

Viste le tante funzioni a cui la tiroide è preposta, quando questa ghiandolina si ammala diventiamo vulnerabili a tanti disturbi diversi, non sempre facilmente diagnosticabili. Non è infatti così automatico, neppure per il nostro medico, ricondurre una variegata sintomatologia ad un unico problema. Anche perché a volte la tiroide lavora male e poco, ma a volte accade l’opposto, e diventa iperattiva producendo più ormoni di quanto necessario. In entrambi i casi, per noi è un problema. Vediamo brevemente le principali patologie della tiroide, prima di passare a scoprire quali esami del sangue ci consentano di valutarne lo stato di salute e la funzionalità.

Come funziona il nostro "Sistema endocrino e metabolico?"

 

Tiroide: le malattie più comuni

Cosa non fare prima delle analisi della tiroide
La tiroide è una ghiandola assai delicata, e proprio per la grande mole di funzioni fisiologiche a cui è delegata, un suo deficit può comportare disturbi su vasta scala. Le più diffuse patologie tiroidee vanno a inibire o stimolare in eccesso la produzione ormonale, e purtroppo si tratta di disfunzioni che prediligono il sesso femminile. Le donne, infatti, vanno incontro con molta maggiore frequenza a malattie della tiroide, e in generale ogni donna ha il 20% di probabilità di sviluppare un disturbo tiroideo nel corso della vita.

Come anticipato, le malattie principali comportano una alterazione della produzione ormonale (ormoni T3 e T4, come abbiamo visto), e sono denominate ipotiroidismo, quando la secrezione ormonale risulta insufficiente, e ipertiroidismo, quando accade il contrario.

All’origine di queste anomalie ci possono essere cause diverse, ma frequentemente tutto parte da una tendenza autoimmune, come nel caso del morbo di Basedow-Graves, la più comune causa di ipertiroidismo cronico. In questo caso è lo stesso sistema immunitario dell’organismo che attacca le cellule sane della tiroide e ne stimola la funzionalità in modo abnorme. Talvolta questa malattia si accompagna a gozzo, ovvero ad una ipertrofia della ghiandola stessa. Altra frequentissima patologia della tiroide di origine autoimmune è la tiroidite di Hashimoto, che comporta una infiammazione cronica della ghiandola e che se inizialmente asintomatica, a lungo andare può sfociare in ipotiroidismo.

La tiroide può altresì diventare sede di neoformazioni come noduli e tumori (benigni o maligni), che possono comportare sintomi, o meno. A tal riguardo, come possiamo accorgerci che qualcosa, a livello tiroideo, non funziona nel modo giusto? A seconda del tipo di problema – troppa produzione ormonale o insufficiente produzione ormonale – la sintomatologia avrà caratteristiche opposte, ma sempre legate agli organi “bersaglio” (la cui funzionalità dipende anche dall’azione tiroidea). Vediamo una breve lista dei disturbi più comuni che colpiscono coloro che abbiano problemi alla tiroide e che possono essere più o meno sfumati:

  • Cosa non fare prima delle analisi della tiroide
    Stanchezza e/o sonnolenza

  • Depressione

  • Euforia, sbalzi d’umore, nervosismo e irritabilità

  • Deficit mnemonici e difficoltà di concentrazione

  • Disturbi del sonno/insonnia

  • Aumento o calo di peso inspiegabili

  • Ipertensione e aritmie e/o palpitazioni (anche notturne)

  • Caduta copiosa dei capelli, unghie fragili e pelle secca

  • Estrema sensibilità al caldo o al freddo

  • Ciclo mestruale irregolare/amenorrea

  • Disturbi intestinali

  • Disturbi della vista e/o esoftalmo (protrusione del bulbo oculare verso l’esterno)

In questi casi la prima cosa da fare è “sondare” attraverso esami specifici la funzionalità della tiroide e partire dai test del sangue che misurano la concentrazione degli ormoni prodotti dalla ghiandola. Se alterati, ci informano subito che qualcosa non va a livello endocrino e che è opportuno proseguire con le indagini diagnostiche. Vediamo quindi quali sono le analisi ematiche che ci permettono (e che permettono al nostro medico di base o allo specialista endocrinologo) di capire quali problemi si stiano verificando nella nostra tiroide. Si consiglia di eseguire gli esami del sangue per valutare la funzionalità tiroidea a digiuno di almeno 8 ore.

Leggi la notizia "TIROIDE E GRAVIDANZA: QUALI SONO I SINTOMI DA CONTROLLARE?"

Tsh (ormone tireostimolante)

Cosa non fare prima delle analisi della tiroide
Il controllo dei livelli di TSH, ovvero dell’ormone tireostimolante prodotto dall’ipofisi, fa parte degli esami del sangue di routine, e pertanto rappresenta anche un importante campanello d’allarme per eventuali disturbi tiroidei.

Cos’è il TSH? Si tratta di un ormone che viene prodotto dall’ipofisi anteriore, la ghiandola endocrina presente nel nostro cervello, più o meno in corrispondenza della base del cranio, tanto piccola quanto cruciale per il benessere di tutto l’organismo.

Essa, infatti, sovrintende al buon funzionamento di tutto l’apparato endocrino umano, e quindi agisce direttamente anche sulla tiroide stimolandone la funzionalità e in particolare la secrezione degli ormoni T3 e T4 nelle giuste quantità. Va specificato che a sua volta anche l’ormone TSH, o meglio, la sua produzione, dipende da un altro ormone, in sigla TRH, secreto dall’ipotalamo, sempre a livello cerebrale. Quando la tiroide funziona bene, i livelli di TSH si riducono. Vediamo quindi i valori normali di questo ormone ipofisario.

  • Per uomini e donne: da 0,35 a 5,50 micron per millilitro di sangue

Valori superiori di TSH possono indicare una ridotta funzionalità tiroide e quindi far sospettare un ipotiroidismo. In cari più rari un TSH molto alto può essere spia di tumori.
Valori inferiori ovviamente sono indicativi del problema opposto, ovvero di un ipertiroidismo con eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Ma può anche segnalare disturbi a livello ipofisario fino a tumori della ghiandola.
 

Tireoglobulina plasmatica (tg)

Non siamo ancora agli ormoni tiroidei propriamente detti, ma ci stiamo arrivando. La tireoglobulina (in sigla TG), infatti, è una proteina precursore che viene scissa per formare gli ormoni T3 e T4 e che è presente nei follicoli della tiroide stessa. Nelle persone in salute, troviamo tracce di HTS nel plasma sanguigno in minime concentrazioni, nello specifico i valori normali sono:
 

  • Per uomini e donne: da 0,20 a 70 nanogrammi per ml di sangue

Quando i valori di questa proteina siano superiori alla media possono indicare tumori della tiroide, oppure malattie benigne ma croniche come tiroiditi e ipertiroidismo.
Tuttavia, questo esame ematico si rivela particolarmente utile nel monitoraggio post diagnosi e post intervento del carcinoma della tiroide. La misurazione della tireoglobulina plasmatica serve anche per la diagnosi di ipotiroidismo congenito e nella diagnosi differenziale tra ipertiroidismo e tireotossicosi factitia, una condizione di intossicazione che si verifica quando si assumono oralmente troppo ormoni tiroidei durante la terapia ormonale sostitutiva.
 

Tiroxina libera (ft4)

Abbiamo visto come la tireoglobulina sia una proteina prodotta dalla tiroide stessa che serve per la produzione dei suoi due ormoni. Il primo che vediamo è la tiroxina (FT4), della cui secrezione si occupano alcune cellule del tessuto di questa ghiandola a partire dalla degradazione della tireoglobulina.

Ormone e proteina rimangono “attaccati” insieme finché non interviene l’ormone ipofisario TSH che fa liberare la tiroxina nel sangue, dove è possibile rintracciarla attraverso l’opportuno dosaggio. In questa forma la tiroxina, chiamata FT4, resta libera nel sangue, ovvero non legata ad altre molecole, rappresentando la percentuale “attiva” dell’ormone e pertanto ci può dare un’indicazione importante dell’efficienza tiroidea.

I valori normali sono:

  • Per uomini e donne: da 0,8 a 1,8 nanogrammi per decilitro di sangue

Percentuali di FT4 superiori a queste sono un segnale di ipertiroidismo e malattie che stimolano la funzionalità della tiroide come le tiroiditi (inclusa quella autoimmune di Hashimoto in fase iniziale), nonché di gozzo tossico, anche definito morbo di Plummer o gozzo multinodulare.

Valori inferiori di FT4 libera nel sangue sono invece indicativi di gozzo endemico, una anomalia dovuta a carenza di iodio, ipotiroidismo o tiroidite di Hashimoto in fase avanzata.

Triiodotironina libera (ft3)

La tiroide, come abbiamo spiegato, produce due ormoni specifici: il T3 e il T4. Dopo aver visto i valori corretti nel sangue della tiroxina libera (FT4), concentriamoci sull’altro ormone: la triiodotironina (T3).

Si tratta di una sostanza “gemella” della T3, prodotta a partire dalla tireoglobulina dalle cellule del tessuto di rivestimento delle strutture interne della ghiandola.
Proprio come il T4, anche il T3 rimane legato alla proteina di partenza, la tireoglobulina finché, per stimolo del TSH, non viene rilasciato nel sangue, dove una quota rimane libera (FT3) per poter raggiungere ed essere assorbita dai tessuti periferici. Vediamo quali sono le concentrazioni ottimali di FT3 nel plasma sanguigno:

  • Per uomini e donne: da 2,2 a 4,2 picogrammi per millilitro di sangue

Valori superiori possono segnalare ipertiroidismo e infiammazioni della tiroide (tiroiditi), oppure la presenza di un nodulo/tumore della tiroide.
Valori inferiori, invece, sono tipici dell’ipotiroidismo acquisito o congenito.
Come per il precedente, anche il dosaggio della FT3 va associato a quella del TSH.
 

Tt3 e tt4

Abbiamo considerato il dosaggio ematico dei due ormoni prodotti dalla tiroide che ci servono per valutarne l’efficienza e lo stato di salute nella loro quota libera.

Abbiamo però anche visto che solo una parte di tiroxina e di triiodotironina arrivano nel sangue in questa forma, il resto si “lega” ad altre molecole.
Pertanto se vogliamo effettuare un monitoraggio completo della concentrazione di T3 e di T4 nel sangue dobbiamo considerare anche queste quote, e valutarle in combinazione con la quota libera.

Ci riferiamo, quindi, al dosaggio totale dei due ormoni tiroide, in sigla TT3 e TT4. Quali sono i valori normali?

  • TT3 (per uomini e donne): da 1,5 a 2,9 nmol/l (nanomoli per litro di sangue)

  • TT4 (per uomini e donne): da 64 a 154 nmol/l

Valori superiori di questi ormoni (di entrambi) sono spia di:

  • Gozzo tossico

  • Tiroiditi (in particolare di tipo virale subacuto o autoimmune di Hashimoto)

  • Morbo di Basedow-Graves

  • Adenoma ipofisario, un tipo di tumore benigno che quando di dimensioni consistenti può stimolare la produzione anomala di TSH

Valori inferiori alla norma di TT3 e di TT4 si verificano invece in presenza di:

  • Ipotiroidismo congenito o acquisito

  • Come funziona il sangue e il sistema immunitario?  

Anti-tireoperossidasi (anti-TPO)

Uno dei pericoli maggiori che corre la nostra tiroide è quello di diventare “bersaglio” di attacchi immotivati da parte del nostro stesso sistema immunitario.

Abbiamo infatti visto che molte malattie croniche a carico di questa ghiandola sono proprio di natura autoimmune. Uno degli strumenti che abbiamo per scoprire se qualcosa del genere sta accadendo nei tessuti della nostra tiroide, possiamo fare un semplice test del sangue per rilevare la presenza di specifici anticorpi contro la tireoperossidasi, una proteina enzimatica presente nel citoplasma delle cellule dei tessuti tiroidei che ha lo scopo di inibire l’eccessiva produzione di ormoni T3 e T4.

Anticorpi (detti immunoglobuline) diretti contro questa sostanza li troviamo nelle persone con malattie della tiroide di natura autoimmune, in particolare la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow-Graves. C’è anche da dire che valori elevati di anticorpi anti TPO sono fisiologici in gravidanza.

  • I valori normali di anti-tireoperossidasi sono (per uomini e donne): da 0 a 60 unità per millilitro di sangue

Anticorpi anti-tireoglobulina (anti-tg)

Anche la rilevazione degli anticorpi anti-tireoglobulina – che abbiamo capito essere la proteina tiroidea usata dalla ghiandola per produrre gli ormoni T3 e T4 – ci parla di malattie autoimmuni a danno della tiroide.

Anche gli anti-Tg sono immunoglobuline circolanti dirette contro la tireoglobulina, e quindi sono, se presenti in concentrazioni oltre la norma, soprattutto un segnale di malattie come il morbo di Basedow-Graves e le tiroiditi autoimmuni. Tuttavia, una positività a questo test si ritrova anche nel 10% della popolazione sana, ragion per cui i risultati vanno sempre incrociati con altri esami specifici, come ad esempio l’anti-TPO. Ad ogni modo valori considerati nella norma per uomini e donne si situano tra 0 e 60 unità per millilitro di sangue.

Calcitonina

Anche la calcitonina è un ormone prodotto dalla tiroide, nello specifico dalle cellule parafollicolari (dette cellule T), e gioca un ruolo (seppur non di primo piano) nel regolare i livelli di calcio nel sangue.

La sua produzione in realtà dipende dalla concentrazione ematica dello stesso calcio: quando questo aumenta, si riducono i livelli di calcitonina e viceversa. In pratica questo ormone lavora in combinazione con un altro ormone (il paratormone) prodotto dalle paratiroidi, quattro piccole ghiandole endocrine poste lateralmente rispetto alla tiroide stessa.

Quali sono i livelli normali di calcitonina nel sangue, considerando le variazioni legate alle concentrazioni di calcio?

Per uomini e donne: 5 pg/ml (picogrammi per millilitro di sangue)
La calcitonina è considerato un marker tumorale, perché alti livelli di questo ormone nel sangue sono spia di un particolare tipo di tumore maligno tiroideo detto carcinoma midollare. Per tale ragione la misurazione della calcitonina nel sangue è importante sia per la diagnosi di questa grave (e rara) neoplasia che nel follow up.

Domande e risposte

1. CHE SIGNIFICATO HANNO GLI ESITI DEI TEST DEL SANGUE PER LA TIROIDE?
I due esami principali per la funzionalità tiroidea sono il dosaggio del TSH (ormone tireostimolante prodotto dall’ipofisi) e del T4 (tiroxina), ormone specifico della tiroide. Essi vanno interpretati in combinazione. Ad esempio: livelli superiori alla norma di TSH e livelli inferiori alla norma di T4 segnalano un deficit della funzionalità tiroidea, ovvero una insufficiente produzione ormonale. Altri esami specifici che possono risultare utili per valutare l’efficienza tiroidea sono i test per il dosaggio degli anticorpi specifici, che segnalano eventuali disfunzioni di natura autoimmune.

2. QUALI ESAMI DEL SANGUE SEGNALANO IPOTIROIDISMO?
L’ipotiroidismo si verifica quando la tiroide non lavora a sufficienza, e non produce ormoni. Ci sono diversi test del sangue utili alla diagnosi di questa disfunzione, in particolare il dosaggio del TSH, ormone tireostimolante, che segnala quanta T4 (tiroxina, ormone specifico della tiroide), questa ghiandola dovrebbe produrre. Livelli di TSH troppo elevati sono pertanto indicativi di un ipotiroidismo.

3. QUALI SONO I VALORI DI TSH CHE SEGNALANO IPOTIROIDISMO O IPERTIROIDISMO?
I valori nella norma di TSH nel sangue vanno da 0,5 a 5 microunità per millilitro di sangue. Valori superiori indicano un’insufficiente produzione di ormoni, e quindi sono spia di ipotiroidismo, mentre valori inferiori alla media segnalano esattamente l’opposto: troppa produzione ormonale e quindi ipertiroidismo.

4. UN IPOTIROIDISMO PUÒ GUARIRE DA SOLO?
In alcuni casi, la tiroide non è in grado di guarire da sola, pertanto l’ipotiroidismo diventa cronico ed è necessario che chi ne soffra segua una terapia ormonale sostitutiva a vita. Ma in molti casi, invece, questa ghiandola, anche quando ipofunzionante, può riprendere la sua naturale efficienza, ma non prima che siano trascorsi diversi mesi dalla diagnosi di ipotiroidismo. In questi casi, se i sintomi sono lievi, si preferisce monitorare la situazione senza intervenire con terapie ormonali.

5. QUALI SONO I SINTOMI DEI DISTURBI DELLA TIROIDE NELLE DONNE?
Nelle donne è più comune l’ipotiroidismo, ovvero una funzionalità ridotta o persino azzerata della tiroide. In questo caso i sintomi più comuni sono:

  • Fatica, senso di spossatezza

  • Ipersensibilità al freddo

  • Stipsi ostinata

  • Pelle secca

  • Aumento di peso inspiegabile

  • Viso gonfio, borse sotto gli occhi

  • Raucedine

  • Debolezza muscolare

  • Ipercolesterolemia

  • Dolori muscolari e articolari

  • Ciclo mestruale irregolare

  • Indebolimento dei capelli

  • Bradicardia (rallentato ritmo cardiaco)

  • Depressione

  • Deficit mnemonici

Cosa fare prima delle analisi della tiroide?

Il test. Il test del TSH si esegue con un semplice prelievo di sangue da una vena del braccio. Non è necessario essere a digiuno, ma se si sta assumendo l'ormone sostitutivo (levotiroxina) il prelievo va eseguito prima di assumerlo.

Cosa mangiare la sera prima delle analisi del sangue tiroide?

la sera prima dell'esame non mangiare farinacei (pane, pasta, legumi), frutta, verdura, latticini. la sera prima dell'esame mangiare solo ed esclusivamente riso, carne, uova, pesce e condire solo con olio e sale e bere solo acqua (gasata o non gasata)

Cosa NON fare prima delle analisi tiroide?

Gli esami della tiroide vanno fatti a digiuno? Trattandosi di analisi del sangue, è fondamentale farli a digiuno, per non alterarne i risultati. Prima di fare il prelievo, si possono assumere i farmaci che sono stati prescritti, tranne quelli che servono proprio per la cura dei disturbi alla tiroide.

Cosa non fare prima di fare le analisi del sangue?

Digiuno. Vi è accordo unanime sull'opportunità che il paziente si presenti al prelievo a digiuno da almeno 8 – 12 ore. In questo periodo possono essere assunte solo modiche quantità di acqua e devono essere assolutamente escluse bevande zuccherate, alcolici, caffè, fumo.