E’ un incanto ammirare nella più totale quiete e intimità di Piazza Betlemme, le scenografie che l’artista Gino Pellegrini disegnò appena rientrato da Hollywood nel non troppo lontano 1982, reduce in prima linea, da alcune pellicole internazionali di grande successo. I
successivi raffreschi ampliarono ulteriormente le animazioni campestri dipinte sulle case, creando un set straniante quasi illusorio tra ciò che è reale e ciò che invece è opera dell’estro artistico, confutando la reale esistenza di porte e finestre. L'atmosfera poetica ed estraniante di Piazzetta Betlemme ad opera di Gino Pellegrini Turcato al contrario, rema controcorrente e si dissocia da tutti i piatti storicamente annessi. Non è il classico ragazzino scellerato dall’aria boriosa che post Michelin, gonfia il petto confusamente tra arie, spume e tecnicismi gourmet rappresi a metà sorvolando i principi e le basi, tutt’altro : con determinazione, impegno, ingegno ed evidente dedizione si è mosso anzitempo per mettere a fuoco il menù e visitare i piccolissimi artigiani a filiera corta tra le campagne della zona, dissociati dalla grande distribuzione, visto che è della materia prima che la carta viene ispirata con spunti e fuoriprogramma “espressi” all’ordine del giorno. “ L’intento è quello di cogliere e raccogliere il più possibile dalla zona, riscoprendo diversi ingredienti in disuso e stringendo ai minimi termini la filiera. In cucina cerchiamo di non buttare via niente : dagli ortaggi, ai vegetali, dalle carni ai pesci assimiliamo e risucchiamo perfino le ossa, piuttosto che le spine prediligendo e riutilizzando gli scarti, le parti meno nobili, andando oltre al quinto quarto; questo in parte è derivato dalla mia genesi, per metà sono veneto e anche in casa c’è sempre stata grande attenzione per i secondi tagli. La verdura è tutta a km0 e arriva dall’azienda agricola Pane Scarso, ovviamente qui a San Giovanni, così come la pecora e la capra provengono da Maccaferri assieme ai formaggi e dalla zona o dal paese ho la mia sfoglina di fiducia per i tortellini e una coltivatrice per i fiori eduli. Punto inoltre sulle piume e la selva, mutando l’assortimento delle specie e non mancherà un menù ad hoc sulla cacciagione, magari tra qualche mese” racconta Mattia Turcato. Al suo fianco, tra sala e cucina, la proprietà (appassionata ma fino a poco tempo fa estranea alla ristorazione) ha puntato su un team volonteroso prevalentemente under 30. L'entrée / Carciofo / Tartare di Agnello Già il benvenuto mostra spigliatezza, metodo e direzione gustativa nei tre bocconcini : cialdina pelle di pollo e i suoi fegati, muffin yogurt di capra e salsa rapa rossa, tartelletta di patate con mousse di carota affumicata; sintetizzando un trinomio destinato
a vorticare stilisticamente il proseguo del pasto all’insegna di una disamina più occulta del quinto quarto, il carbone e il vegetale. Chapeu per il pane, virtù dello chef fin dal debutto al fianco di Demis Aleotti, appassionatissimo mitomane lievitista in perenne evoluzione dall’arte bianca ai dessert, unitamente alla pasticceria hanno contraddistinto proprio il cammino di Turcato durante la prima esperienza all’Atman e consecutivamente al Sotto L’Arco assieme allo chef
Panichi, dove peraltro la cesta dei pani e gli originalissimi dolci hanno lasciato il segno in tanti palati. Viene utilizzato lievito madre sia per il pane che lievita 16 ore e tocca i criteri ideali sulla cottura, dalla consistenza della mollica alla persistenza croccante della crosta. Alta idratazione per la focaccia, lieve e al contempo saporita mentre per i grissini è utilizzato il lievito di birra. Riso / Tortello di Lumache / Canocchia e Animella Sul risotto l’effetto è il medesimo : il chicco rimane prestate e
riconoscibilmente teso senza offuscarsi in un unicum burroso anestetizzante per la masticazione. Le carcasse del colombaccio stanno alla base, il risotto viene mantecato con un ragù di interiora del colombaccio stesso, in superficie petto di colombaccio scottato, elicrisio per smorzarne la brunosità e jus di ossa del pennuto : il sapore più denso e mascolino viene contrastato dalla composta di mele e pere cotogne, inserita con
equilibrio per rendere l’assaggio più avvolgente. Germano Reale / Anguilla / Tartelletta / Millefoglie
RISTORANTE PIAZZETTA |