L’anima degli animaliLe apparizioni costituiscono una variegata tipologia fenomenologica tra le più documentate in ambito parapsicologico, sebbene quasi sempre in forma esclusivamente testimoniale. È da notare, comunque, che la ricchissima casistica non è solo relativa ad apparizioni di forme umane, ma anche a quelle animali. Show Si tratta, per lo più, di cani o gatti che spesso appaiono in punto di morte o dopo la loro dipartita, assumendo in tal modo anche un possibile significato premonitorio, telepatico o chiaroveggente. Tuttavia, tale interpretazione in chiave “extrasensoriale*” sembra essere ben lungi dal poter spiegare l’intera casistica in questione. Mi riferisco, ad esempio, a casi ben documentati in cui i fantasmi presentano comportamenti che si spiegherebbero molto più logicamente ipotizzando una loro natura ontologicamente autonoma, ovvero, che si tratti – in accordo con un diffuso paradigma spiritualistico – proprio dell’anima degli animali. Ciò, per la verità, è stato osservato, sia in forme apparizionali umane, che animali. Tali casi, dunque, costituirebbero un indizio particolarmente importante del fatto che il nucleo coscienziale degli esseri viventi possa sopravvivere alla morte fisica. Da ciò ne consegue che gli animali hanno una propria coscienza; ma cosa dice al riguardo la scienza? Gli animali hanno una coscienza? Gatti che apparvero dopo la morte Nella specifica letteratura parapsicologica non è raro trovare casi simili, anche se spesso non oggettivati da riprese video, ma dalle (non meno importanti) affermazioni di più testimoni oculari. Mi sovviene al riguardo un caso riportato dall’eminente studioso italiano, Ernesto Bozzano (1862-1943) nel libro Animali e manifestazioni supernormali (1940). Qui egli riferisce di uno studio condotto in seno alla Society for Psychical Research (SPR) da A. W. Trethewy e pubblicato nel 1926 sul Journal della società londinese. La vicenda riguarda la famiglia Simpson, che viveva in un’antica dimora del XV secolo. Qui più volte il capo famiglia, sua moglie ed un’amica di quest’ultima, la signora Allen, videro in diversi ambienti della casa e nel giardino l’apparizione di un gatto. Primo e più volte testimone degli eventi fu il signor Simpson, che scorse il gatto in varie stanze, seguito da sua moglie. Mentre la signora Allen, all’oscuro dei fatti, lo vide per la prima volta in giardino ed in quello stesso giorno anche in dispensa ed in altri ambienti della casa. Il gatto venne descritto di colore nero, a pelo lungo e con la coda eretta. Quando il capo famiglia lo vide per la prima volta si trovava nella sala da pranzo. Egli cercò di catturarlo, in quanto l’animale stava tentando di intrufolarsi nella credenza semiaperta. Avvicinatosi, però, si accorse con stupore che, in realtà, il gatto era semitrasparente… L’animale, comunque, reagì scappando nella dispensa e da qui scomparve del tutto. Alla fine i tre testimoni ebbero modo di confrontarsi, scoprendo che le loro descrizioni coincidevano perfettamente. Peraltro, mentre i fatti avvenivano tutti erano consapevoli della straordinarietà dell’evento e ciò in conseguenza di due particolari-chiave: il gatto appariva semitrasparente ed inoltre scompariva da ambienti circoscritti. Le stesse caratteristiche che a suo tempo potemmo riscontrare nel citato caso del gatto fantasma lombardo. Come ultimo esempio di fantasma felino, mi piace citare il caso di un gatto che è divenuto famoso in tutto il mondo grazie alla sua
apparizione in una ripresa fotografica oggettivando così la sua presenza. Siamo nell’agosto del 1925 a Clarens, un piccolo ma rinomato centro turistico della municipalità di Montreux (Svizzera) e il Maggiore Wilmot Allistone è in vacanza con la sua famiglia. La splendida giornata lo ispira a scattare una foto di sua moglie e dei suoi due bambini, che una volta sviluppata gli riserverà una inaspettata sorpresa. Osservando per bene la stampa, infatti, il Maggiore si accorgerà della presenza di un
“corpo estraneo” nei pressi della mano destra di suo figlio maggiore. Guardando attentamente risultò trattarsi della testa semitrasparente di un gattino bianco. Ovviamente, al momento dello scatto il bambino non aveva in mano alcun gattino, ma solo l’animaletto di peluche, chiaramente visibile in fotografia, stretto nella mano sinistra. Apparizione telepatica di cani in punto di morte Ad ogni modo,
l’interpretazione in termini allucinatori dell’evento apparizionale proposta da Flammarion mi sembra, in questo caso, oltremodo corretta, sia perché esperita soggettivamente da un solo testimone, sia perché legata ad un evento di (ipotizzata) matrice telepatica. È noto, infatti, come l’informazione “extrasensoriale” possa, in taluni casi, emergere alla coscienza in forma allucinatoria. Per lo studioso francese la causa scatenante del contatto telepatico andrebbe individuata nello stato di forte
stress provocato nel cane dalla percezione del pericolo di morte poco prima di venire soppresso. Ammalatosi in maniera grave, il povero animale venne portato dal veterinario per essere soppresso. In quello stesso giorno i due figli del signor O’Connel, appena rientrati da scuola, videro il loro cane nella sua cuccia in sala da pranzo. Come il loro amico a quattro zampe li vide, iniziò a scodinzolare festosamente e quindi si avviò verso il piano superiore della casa. I ragazzi, consapevoli delle condizioni del cane e della triste fine che lo aspettava, chiesero alla governante come mai Punch fosse ancora in casa. La donna rispose che, in realtà, in casa non c’era più, essendo stato portato dal veterinario in mattinata. Inoltre, spiegò che probabilmente a quell’ora doveva essere stato già soppresso. Ad ogni modo, la casa venne setacciata e del povero Punch non venne trovata alcuna traccia. Si seppe poi che effettivamente era stato abbattuto e per di più nell’esatto momento in cui i ragazzi lo videro in casa. Diversamente dal caso precedente, come si sarà notato, qui abbiamo ben due testimoni simultanei del fenomeno apparizionale, il quale assume, perciò, carattere di oggettività. Ma, volendo interpretare anche questo caso come il frutto di un input telepatico, le cose si complicano un po’. Dovremmo, infatti, obbligatoriamente pensare che le sue ricadute apparizionali possono spiegarsi solo in termini di allucinazione collettiva. Evento, in verità, molto raro, che, se abbinato alla infrequente percezione telepatica simultanea di una stessa informazione da parte di due percipienti, rende l’interpretazione di questo caso ancor più enigmatica. Considerazioni Questa è una vecchia questione, da sempre dibattuta. Personalmente ritengo che se la coscienza sopravvive, come sembra emergere da un numero sempre maggiore di studi, per quale ragione non potrebbe continuare ad operare come quando era incarnata? Naturalmente, come abbiamo visto, questo è valido anche per gli animali, i quali è assodato che abbiano una coscienza. Peraltro, vi sono casi che oggettivamente risultano davvero difficilmente spiegabili in termini di mere proiezioni inconsce e che richiamano inevitabilmente interpretazioni differenti (anima degli animali) . Si pensi, ad esempio, al caso del gatto fantasma lombardo. I filmati lo mostrano libero mentre giocava per strada come qualsiasi altro gatto: perché l’inconscio (della sua padrona?) lo avrebbe proiettato fuori dalla sua villa? Per di più conferendogli complesse dinamiche di movimento che richiederebbero capacità di calcolo davvero impressionanti? Non sarebbe stato più logico che lo avesse “proiettato” semplicemente in casa, connotandolo con dinamiche semplici e ripetitive, come spesso avviene nei casi più classici? Insomma, l’impressione è che la complessità riscontrata in molti dei casi afferenti la fenomenologia apparizionale potrebbe, in generale, spiegarsi molto più logicamente prendendo in considerazione l’ipotesi sopravvivenza e che, nello specifico, l’esistenza di un’anima degli animali sia, di conseguenza, una tesi tutt’altro che peregrina… Michele Dinicastro * Mi corre l’obbligo di precisare che il termine è qui virgolettato, in quanto da sempre lo ritengo fuorviante e palesemente contraddittorio. Come si può, infatti, pensare di poter percepire delle informazioni al di fuori dei sensi? Ecco perché il premio Nobel per la medicina, Charles Richet (1850-1935),
convinto della origine fisiologica di telepatia, precognizione e chiaroveggenza, coniò la fortunata locuzione “sesto senso”. Michele Dinicastro, autore e studioso di varie discipline, si occupa da oltre tre decenni di parapsicologia scientifica, etno-antropologia e storia; come appassionato, anche di fisica. Ha ricoperto dal 1996 al 2001 il ruolo di ricercatore nel Dipartimento di Ricerca del Centro Studi Parapsicologici di Bologna. Ha diretto dal 2001 al 2012 la Sezione Ricerca del Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica di Bologna, istituzione di cui è stato co-fondatore e membro del Consiglio direttivo. Ha all’attivo numerosi lavori divulgativi e scientifici pubblicati su importanti riviste del settore italiane e straniere. Dal 2005 è membro della prestigiosa Parapsychological Association (PA), affiliata alla AAAS, l’Associazione Americana per il progresso della Scienza. Dal 2008 entra a far parte della ristretta rosa dei Professional Member della PA. Ha ottenuto la co-docenza nei corsi di Biopsicocibernetica presso il IV Dipartimento di filosofia, psicologia, sociologia e pedagogia dell’Università Aperta di Imola. È spesso ospite di trasmissioni televisive nazionali ed estere in qualità di esperto e consulente ed ha preso parte come co-protagonista della prima serie del fortunato programma “Presenze” delle reti Sky. Nel 2014 ha pubblicato, assieme al compianto studioso dott. Enrico Marabini, un testo di epistemologia e metodologia della ricerca in ambito biopsicocibernetico dal titolo Manuale teorico-pratico di ricerca Biopsicocibernetica (Cafagna, Barletta). Nel 2016 Viaggio nel tempo. Un’ipotesi possibile (I Libri del Casato) Torna al blogCome entrare in contatto con il cane morto?La morte del proprio cane deve essere segnalata all'ASL di registrazione del cane. Il programma chiede il numero di microchip e il codice fiscale del proprietario per poter inserire l'evento. La mancata comunicazione è sanzionata (da € 38 a € 232).
Cosa c'è dopo la morte dei cani?Il corpo fisico dell'animale si trasforma in un corpo energetico, che è liberato al momento del decesso. Gli animali tornano a congiungersi con le energie divine della natura, dove tornano a essere un tutt'uno con l'entità generatrice della vita.
Come parlare con un animale morto?Quando muore il tuo cane è necessario chiamare o portarlo direttamente presso un veterinario che certifichi ufficialmente la morte. Se si tratta di un cane dotato di microchip su cui è registrata la sua identità, il veterinario dovrà constatarne il decesso e rilasciare un certificato di decesso.
Dove vanno gli animali quando muoiono secondo la Bibbia?Il Papa lascia aperta la porta”, nel quale viene riportato che secondo i “media italiani” papa Francesco avrebbe detto durante una recente udienza a San Pietro che “un giorno rivedremo i nostri animali nell'eternità di Cristo. Il paradiso è aperto a tutte le creature di Dio”.
Quando prendere un cane dopo la morte?Si può prendere subito un altro cane quando il nostro muore? Questa domanda non ha una risposta definita: dipende. Prendere subito un altro cane può essere una strategia eccellente se ci sono dei bambini in casa, ma può non essere l'ideale per noi o per gli altri animali con cui viviamo.
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