Piano nazionale di ripresa e resilienza sintesi

È il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare come intende gestire i fondi di Next generation Eu. Suddivide i settori di intervento in 6 missioni principali, tra cui digitalizzazione, salute e transizione ecologica.

Aggiornato

martedì 21 Dicembre 2021

Definizione

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu.

Vedi

cos’è Next generation Eu

.

Il documento, recentemente approvato dalla commissione, descrive quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Il piano delinea inoltre come tali risorse saranno gestite e presenta anche un calendario di riforme collegate finalizzate in parte all’attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del paese.

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il Pnrr dal portale della commissione europea.

Il piano è stata realizzato seguendo le linee guida emanate dalla commissione europea e si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Il Pnrr raggruppa i progetti di investimento in 16 componenti, a loro volta raggruppate in 6 missioni:

  1.  Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  2.  Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3.  Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4.   Istruzione e ricerca;
  5. Coesione e inclusione;
  6. Salute.

Secondo una relazione pubblicata dal centro studi del parlamento, il governo valuta l’impatto del Pnrr sull’economia del nostro paese con una crescita dello 0,8%, portando il tasso di crescita potenziale nell’anno finale del piano all’1,4%.

1,4% il tasso di crescita potenziale stimato dal governo nell’ultimo anno di attuazione del Pnrr.

Parallelamente ai progetti di investimento, il Pnrr delinea anche le riforme che il governo intende adottare per modernizzare il paese. Riforme che costituivano una conditio sine qua non per ottenere i finanziamenti.

Il piano distingue 4 diverse tipologie di riforme:

  • orizzontali o di contesto: misure d’interesse generale;
  • abilitanti: interventi funzionali a garantire l’attuazione del piano;
  • settoriali: riferite a singole missioni o comunque ad ambiti specifici;
  • concorrenti: non strettamente collegate con l’attuazione del piano ma comunque necessarie per la modernizzazione del paese (come la riforma del sistema fiscale o quella degli ammortizzatori sociali).

La gestione e l’attuazione del Pnrr infine sono state definite con uno specifico decreto legge. Ogni soggetto coinvolto nel piano (inclusi i ministeri e le altre amministrazioni sia centrali che locali) sarà chiamato ad attuare gli interventi e le riforme di propria competenza. Al ministero dell’economia e delle finanze sarà istituita una struttura di coordinamento per il monitoraggio e il controllo dell’attuazione oltre al contatto con la commissione europea.

A palazzo Chigi sarà invece creata una cabina di regia che avrà il compito di monitorare l’avanzamento del piano, proporre l’eventuale attivazione dei poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’attuazione del piano.

Dati

L’Italia è la principale beneficiaria di questo nuovo programma di finanziamento comunitario con 191,5 miliardi di euro di fondi suddivisi tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi). A tali risorse si aggiungono poi circa 13 miliardi di euro di cui il nostro paese beneficerà nell’ambito del programma Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (React-Eu). Il governo ha inoltre, con apposito decreto legge, stanziato ulteriori 30,62 miliardi che serviranno a completare i progetti contenuti nel Pnrr.

235,12 mld € le risorse che saranno gestite dall’Italia nell’ambito del Pnrr.

La quota di risorse più ingente è assegnata per la realizzazione dei progetti inseriti nella missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) del piano che riceverà poco meno di 60 miliardi di euro. Alla missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) sono assegnati circa 40,7 miliardi, mentre alla missione 4 (istruzione e ricerca) con quasi 31. Circa 25 miliardi saranno poi assegnati alle infrastrutture, quasi 20 per coesione e inclusione e circa 15 infine per la salute.

Come abbiamo detto inoltre, insieme agli investimenti nel Pnrr sono previste anche una serie di riforme. In base alle informazioni fornite dal servizio studi di camera e senato sappiamo che le misure legislative saranno complessivamente 53. Nove di queste saranno adottate con decreto legge, 12 con legge delega, 1 con decreto legislativo e le rimanenti con legge ordinaria. Da notare che 8 misure sono associate a provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica, cioè quell'insieme di interventi contenuti nella legge di bilancio volti a modificare la legislazione vigente.

Vedi anche
Come funziona il ciclo di bilancio.

Nove decreti legge da emanare nell’ambito del Pnrr

Le misure normative legate al piano nazionale di ripresa e resilienza suddivise per tipologia

GRAFICO

DA SAPERE

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu.
Per “collegato” si intende misure associate a provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica, cioè quell’insieme di interventi contenuti nella legge di bilancio volti a modificare la legislazione vigente.

FONTE: elaborazione openpolis su dati camera e senato
(ultimo aggiornamento: giovedì 24 Giugno 2021)

Per 7 misure da adottare con decreto legge si annuncia l’adozione entro maggio 2021, una entro giugno 2021 e una entro giugno 2022. Per gli 8 provvedimenti collegati invece, uno sarà presentato entro giugno 2021, uno entro luglio, uno a settembre e uno a dicembre 2021. Per i rimanenti 4 provvedimenti collegati invece non è indicata la data di presentazione. L’approvazione è però prevista a dicembre 2021 per 4 di essi, uno entro giugno 2022 e uno entro settembre 2023. Per i rimanenti provvedimenti collegati non è indicata la data di approvazione.

Da notare infine che per 6 misure legislative l’approvazione definitiva è prevista oltre il 2023. A queste se ne aggiungono altre 3 il cui percorso è previsto interamente nella prossima legislatura. Ciò significa ovviamente che il compito di portare a termine questi provvedimenti, e più in generale l'intero Pnrr, spetterà al prossimo governo e al prossimo parlamento.

Analisi

La realizzazione del Pnrr sarà un passaggio fondamentale per il futuro del nostro paese. Vista l’enorme mole di risorse che muoverà, ma anche le numerose riforme ad esso collegate, è quindi fondamentale che il governo e gli altri soggetti coinvolti assicurino la massima trasparenza.

Da questo punto di vista il percorso non è iniziato sotto i migliori auspici. Già all’epoca del governo Conte II infatti molti osservatori e addetti ai lavori avevano avanzato delle critiche. In particolare per quanto riguarda il modello di governance, giudicato da molti eccessivamente centralizzato. Fu questo peraltro uno dei motivi indicati da Matteo Renzi per giustificare l’uscita di Italia viva dalla maggioranza.

A chi si domanda ancora: ‘Valeva la pena subire tutte le polemiche che abbiamo subito per cambiare premier?', io rispondo: ‘Non importa leggere i giornali internazionali, basta leggere il Pnrr e vi accorgerete da soli perché la risposta è affermativa'. I soldi dei nostri figli sono finalmente in buone mani

Il governo si difese asserendo che la struttura che avrebbe dovuto gestire i fondi europei era stata delineata sulla base delle indicazioni ricevute dall’Ue. Ed in effetti alcuni commentatori hanno fatto notare che non ci sarebbero cambiamenti sostanziali in questo senso rispetto alle bozze di progetto circolate all’epoca del precedente esecutivo.

Sul Pnrr serve la massima trasparenza.

Ma le difficoltà sono proseguite anche con l’arrivo del governo Draghi. Tra queste anche lo scarso coinvolgimento di camera e senato nella redazione del piano. Come abbiamo già raccontato infatti il Pnrr venne presentato al parlamento solo pochi giorni prima del termine per il suo invio a Bruxelles. Ciò ha reso di fatto impossibile per deputati e senatori un’analisi approfondita dei suoi contenuti.

Arriva poi il piano stampato, alle 14 c’è scritto, versione aggiornata alle 14 di oggi. Sono 270 pagine: probabilmente avrete ristretto il carattere e sarà quella la ragione, ma possiamo sapere se è così? E poi arriva alle ore 14,30 di oggi un ulteriore messaggio: la versione aggiornata, aggiornata, del piano è disponibile. Quindi, oggi il Parlamento italiano si impegna a ragionare di un testo che sfido chiunque tra i parlamentari qui dentro sia stato possibile approfondire con la necessaria prudenza e attenzione.

Inoltre abbiamo evidenziato come nel consiglio dei ministri tenutosi il 29 aprile (quindi dopo le votazioni di camera e senato) si fosse tornati a discuterne del Pnrr. Un fatto quantomeno insolito visto che il documento a quel punto avrebbe già dovuto essere ultimato.

Ma al di là del tema, non certo secondario, della trasparenza, un altro aspetto di fondamentale importanza riguarderà l’effettiva attuazione del Pnrr. Il cronoprogramma degli interventi, sia per quanto riguarda la realizzazione dei progetti che dal punto di vista delle riforme è infatti molto stringente. Solo per quanto riguarda il 2021 infatti il governo dovrà investire 15,7 miliardi su 105 diversi progetti. Mentre per quanto riguarda le riforme, 30 sulle 53 totali dovranno quantomeno iniziare il loro iter parlamentare entro la fine dell'anno.

15,7 mld €  i fondi previsti nel Pnrr per il 2021.

Con numeri così rilevanti il rischio di storture è molto alto. Per questo motivo sarà fondamentale un monitoraggio attento e dettagliato sullo stato di avanzamento dei progetti e sui soggetti che beneficeranno di questa enorme mole di risorse. Un altro aspetto non secondario sarà certamente quello di verificare il rispetto dei tempi per quanto riguarda l’approvazione delle riforme previste dal piano. Riforme che costituivano una condizione indispensabile per ricevere i finanziamenti.

Cosa prevede il piano nazionale di ripresa è resilienza?

Si tratta di un intervento che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell'economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale.

Quali sono i pilastri del piano nazionale di ripresa è resilienza?

L'intera iniziativa della Commissione europea è strutturata su tre pilastri: Sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme. Rilanciare l'economia dell'UE incentivando l'investimento privato. Trarre insegnamento dalla crisi.

Quali sono le 6 missioni di investimento previste dal PNRR?

Le risorse stanziate nel PNRR sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi. Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi. Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi.

Quali sono le principali riforme promosse dal PNRR?

Riforma della Pubblica Amministrazione Sviluppare la capacità amministrativa a livello centrale e locale con il rafforzamento dei processi di selezione, formazione, promozione, mobilità dei dipendenti pubblici, lo snellimento della burocrazia, la digitalizzazione delle procedure amministrative.