Il latte a lunga conservazione è pastorizzato

Tutto dipende dalla temperatura utilizzata per distruggere o inattivare i microrganismi presenti nel latte.

Il latte UHT (Ultra High Temperature) subisce un riscaldamento drastico, fino a 140°, per qualche secondo. Questo trattamento sterilizza completamente il latte e lo rende a lunga conservazione: il prodotto, se la confezione non è aperta, si conserva a lungo anche a temperatura ambiente.

La pastorizzazione, invece, espone il latte a temperature più basse, sotto i 100°: ciò garatisce l’eliminazione dei batteri pericolosi ma non dei microbi “banali”, non in grado di determinare patologie nell’uomo. Il latte pastorizzato ha una scadenza piuttosto breve e deve essere conservato in frigorifero.

Va anche sottolineato che il latte UHT accusa un “danno termico” dovuto alle temperature elevate: cambiano, in primis, le proprietà organolettiche (gusto e sapore). Inoltre, si perdono proteine, vengono distrutti enzimi come la fosfatasi (essenziale per assorbire il calcio) e rese inattive le vitamine C, D, E, B1 e B12. Viene meno anche il batterio “buono” del latte, il Lactobacillus acidophilus.

Altra distinzione che mi piacerebbe raccontare è quella del concetto di “fresco“. Sui banchi del supermercato troviamo “latte fresco pastorizzato” che ha subito un solo trattamento termico entro 48 ore dalla mungitura. Abbiamo, poi, il “latte fresco pastorizzato ad alta qualità” che presenta una maggiore concentrazione di proteine. Ed infine, il latte crudo, che si preleva sfuso dai distributori o direttamente in fattoria. Ovviamente, il crudo conserva le caratteristiche nutrizionali del latte e il suo sapore, ma c’è chi dice che vada comunque bollito prima del suo consumo, perdendo, così, le sue caratteristiche. 😬

Premesso che mi trovo d’accordo con i luminari più esperti di me che asseriscono che non siamo nati per bere latte di altre specie animali, tutte le modificazioni di produzione rendono questa bevanda priva di qualità nutrizionali valide da rendere giustificabile il suo acquisto e consumo.

Per concludere in bellezza e aprire la mente su argomenti oramai fossilizzati in noi dalle varie pubblicità e slog TV, riporto uno studio molto rigoroso pubblicato sulla rivista di pediatria dell’Associazione dei medici americani (Archives of Pediatric and Adolescential Medicine), sugli effetti della sommistrazione di latte di mucca a bambini di 9 mesi e mezzo di età. La conclusione è molto netta:”In base ai risultati presentati, che confermano studi precedenti, noi riteniamo che il latte di mucca sia da evitare prima dei dodici mesi di vita”.

Qual’è la ragione di tanta perentorietà nel vietare un alimento che, nell’immagianrio comune, è invece legato all’infanzia, al benessere e alla crescita del bambino? E’ semplice e allarmante allo stesso tempo: il latte di mucca fa sanguinare l’intestino dei lattanti e più piccoli sono i bambini e peggio è, nel senso che maggiori sono le perdite di sangue e superiore è la percentuale di bambini con livelli eleveti di emoglobina nella feci.

Se volete approfindire questo ed altri argomenti vi consiglio di leggere “Immunità, cibo e cervello” di Francesco Bottaccio e Antonia Carosella.

Vi auguro una splendida giornata piena di consapevolezza e Amore… LaNonna❤️

Il latte a lunga conservazione è pastorizzato

Nel mercato del latte, una delle qualità più diffuse è proprio quella del latte a lunga conservazione, che può essere prodotto mediante due tipi differenti di sterilizzazione.

Ricco di vitamine, sali minerali e proteine ad alto valore biologico, il latte è un prodotto essenziale nell'alimentazione di tutte le età. Viene consumato principalmente durante il periodo della prima infanzia, contribuendo al rafforzamento di ossa e denti e allo sviluppo dei tessuti nervosi grazie alla presenza di calcio e zuccheri, ma è molto apprezzato anche dagli adulti, che lo inseriscono nella loro dieta in virtù dei numerosi benefici che apporta all'organismo.

Oggigiorno gli scaffali dei supermercati sono pieni di una vastissima gamma di confezioni di latte di ogni tipologia, che si differenziano in base alla percentuale di grasso, al livello di digeribilità e ai tempi di conservazione. Insomma, il consumatore medio ne ha davvero per tutti i gusti, sebbene una varietà di prodotti così ampia rischi di causare una certa confusione. È dunque necessario conoscere quali sono i trattamenti chimico-fisici a cui il latte viene sottoposto, per poter scegliere con cura il tipo più adatto alle singole esigenze.

Il latte, così come lo si acquista, è latte pastorizzato ossia un latte crudo che ha subìto un processo di trattamento termico ad una temperatura compresa fra 72 e 80°C per quasi 20 secondi; questo processo consente la distruzione della quasi totalità dei microrganismi patogeni presenti nell'alimento, senza alterare sensibilmente il gusto del prodotto finale o le sue caratteristiche. Una tecnica diversa ma fondamentale per garantire al consumatore la sicurezza igienica del latte è invece quella della sterilizzazione, che permette un notevole aumento dei tempi di conservazione dell'alimento, nonché una maggiore stabilità dal punto di vista microbiologico.

Nel mercato del latte, una delle qualità più diffuse è proprio quella del latte a lunga conservazione, che può essere prodotto mediante due tipi differenti di sterilizzazione: in quella nel contenitore chiuso, il latte e il suo contenitore vengono sottoposti a sterilizzazione a 116-120°C per circa 20 minuti ed è consentita una conservazione a temperatura ambiente che può andare oltre i 6 mesi; in quella in flusso continuo UHT (Ultra High Temperature), il riscaldamento del latte avviene fra 131 e 150°C per massimo 15 secondi, dopodiché il prodotto subisce un confezionamento asettico in contenitore protettivo che permette una durata di conservazione a temperatura ambiente che va dai 3 ai 6 mesi.

Il trattamento UHT può essere indiretto o diretto: nel primo caso, lungo una parete piatta, da una parte fluisce il calore per mezzo di acqua surriscaldata o vapore, dall'altra il latte in controcorrente, e con lo stesso sistema avviene anche il raffreddamento; nel secondo caso, invece, il calore è trasmesso al latte per contatto diretto attraverso vapore di alta qualità, mentre il raffreddamento è un processo evaporativo istantaneo sottovuoto che elimina il vapore condensato durante la fase precedente. Tali operazioni sono automatizzate e anche per gli impianti stessi è prevista una presterilizzazione tramite acqua surriscaldata o vapore [1].

Il latte che viene sottoposto a questo tipo di trattamenti termici deve essere senza dubbio di buona qualità: quello inacidito, infatti, sarebbe causa di facile sedimentazione di proteine nelle confezioni, con conseguenze negative sulle caratteristiche del prodotto finale; quello vecchio, cioè stoccato a lungo e a basse temperature prima della sterilizzazione, potrebbe contenere un'alta percentuale di microrganismi capaci di proliferare e liberare enzimi che resistono al calore dei trattamenti UHT, generando poi problemi organolettici. In ogni caso, è fondamentale scegliere combinazioni di tempo e temperatura tali da garantire l'eliminazione dei germi e il minore danno termico possibile: nel latte sottoposto ad alte temperature per tempi troppo lunghi avvengono reazioni che provocano imbrunimento e un gusto che sa di cotto. In generale, oggi le tecniche sono migliorate rispetto al passato e l'unico prezzo da pagare per un latte sicuro e facile da conservare è il quadro vitaminico, dal momento che le vitamine sono termolabili e possono venire distrutte a temperature troppo alte.

[1] Libro bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari.

Come faccio a sapere se il latte e pastorizzato?

Questo mese è ci parla di LATTE..
Latte pastorizzato: refrigerato a +4°C (salvo limiti di legge nazionali).
ESL: generalmente refrigerato a +4°C, talvolta si presenta anche a temperatura ambiente, dipende dal tipo di trattamento termico subito (rapporto tempo/temperatura).

Quale è il latte non pastorizzato?

Il latte crudo può essere considerato il 'contrario' del latte pastorizzato, ovvero un latte che dopo la mungitura non viene sottoposto a temperature più alte di 40° C. Si tratta di una soluzione decisamente naturale, ma dove la bollitura del latte risulta fondamentale per non incorrere in problemi di salute.

Cosa significa latte a lunga conservazione?

Il latte UHT è il latte che è stato lavorato a una temperatura ultra elevata (UHT). La sterilizzazione avviene mediante riscaldamento rapido del latte a una temperatura di almeno 135 °C, mantenuta per alcuni secondi, e viene quindi raffreddato rapidamente a temperatura ambiente.

Come viene preparato il latte a lunga conservazione?

Il latte a lunga conservazione viene invece sottoposto a sterilizzazione: si effettua un rapido riscaldamento a 135-150 gradi per 3-10 secondi e poi rapidamente raffreddato a temperatura ambiente e confezionato in sterilità.