Sempre più persone sono affette durante gran parte della loro vita da intolleranze alimentari. Una patologia che tocca anche un numero sempre maggiore di bambini. Obiettivo principale è quello di riuscire a capire come scoprire le intolleranze alimentari. Show
Come trattare le intolleranze alimentari attraverso il ciboLe intolleranze alimentari consistono generalmente in reazioni lente, subdole e progressive dell’intestino che non tollera l’accumulo di alcune sostanze. Nella maggior parte dei casi gli alimenti che rappresentano la principale causa di questi sintomi di intolleranza alimentare sono: latticini, nichel, grano, uova, etc. I sintomi di intolleranza alimentare sono vari e generalizzati e, come tali, possono essere ricondotti a diverse
patologie. Tra i disturbi più comuni si riscontrano: gonfiore, difficoltà nella digestione, afte, sonnolenza e letargia. Come diagnosticare le intolleranzeRiuscire a diagnosticare le intolleranze è un
processo che necessita di una strategia. Il miglior approccio possibile è quello di non sottovalutarne i sintomi, qualsiasi essi siano.
E ancora più importante, mentre gli esami del sangue indagano circa dei parametri alterati, i test genetici analizzano il DNA per scoprire un’allergia prima ancora che questa si manifesti e che i valori sanguigni siano alterati. Infine vanno ricordati degli efficaci strumenti di diagnosi come il Patch test e il Prick test. Come risolvere le intolleranzeUna volta scoperto l’alimento, o gli alimenti, che causano le intolleranze è di fondamentale importanza sviluppare un piano alimentare che escluda, per un periodo, la causa dell’intolleranza. La diagnosi è fondamentale per escludere solo
gli alimenti nocivi senza fare tentativi a vuoto che potrebbero comportare l’esclusione di alimenti innocui e generare carenze nutrizionali e malnutrizione. Dott. Pietro MignanoMal di testa, gonfiore addominale, orticaria… Ne soffri spesso? Forse il problema è a tavola. Potrebbe infatti trattarsi di intolleranze alimentari. Significa che il nostro intestino non riesce ad assimilare bene determinati alimenti. Contenuti
Ma vediamo più nello specifico cosa sono le intolleranze alimentari, quali sintomi provocano e quali sono le più comuni. Sono reazioni avverse al cibo e dipendono da una difficoltà dell’organismo a metabolizzare un dato alimento o un suo componente. Esistono diverse tipologie di intolleranze alimentari. Intolleranze alimentari enzimaticheSono determinate dall’incapacità, per difetti congeniti, di metabolizzare alcune sostanze presenti nell’organismo. Le più frequenti sono quella al lattosio, sostanza contenuta nel latte, al grano e il favismo. Intolleranze alimentari farmacologicheSi manifestano in soggetti che hanno una reattività particolare a determinate molecole presenti in alcuni cibi. Il caso più diffuso è quello provocato dalla reazione ad alcuni additivi aggiunti negli alimenti. Le principali sostanze che possono provocare intolleranze farmacologiche sono:
Gli additivi alimentariche danno più frequentemente reazioni sono:
Le intolleranze alimentari più comuniTra le più comuni e sempre più diffuse intolleranze alimentari abbiamo:
Intolleranze alimentari o allergia: le differenzeIntolleranza alimentare e allergia alimentare non sono la stessa cosa, anche se i primi sintomi possono apparire gli stessi, ma le cause sono differenti.
La differenza sta anche nel fatto che per le intolleranze la reazione è strettamente dipendente dalla quantità assunta dell’alimento non tollerato. Per le allergie, invece, indipendentemente dalla quantità, il sistema immunitario riconosce una certa sostanza come potenzialmente pericolosa. La reazione in questo secondo caso è mediata dagli anticorpi IgE che inducono effetti, anche gravi, e che possono mettere a rischio la vita del soggetto. Intolleranze alimentari: sintomiLa sintomatologia associata alle intolleranze alimentari è piuttosto variabile. Sono infatti riscontrabili vari disturbi ricorrenti e persistenti. Esaminiamoli nel dettaglio suddividendoli per tipologia. Sintomi organici
Sintomi epidermici
Sintomi psicosomatici
Intolleranze alimentari: come scoprirleÈ una diagnosi per esclusione. Il metodo di indagine utilizzato per accertare eventuali intolleranze alimentari consiste nell’individuare l’alimento sospetto, eliminarlo dalla dieta per 2-3 settimane e poi reintrodurlo per altre 2-3 settimane. Se durante il periodo di astinenza dell’alimento incriminato i sintomi scompaiono e si ripresentano nel momento della sua reintroduzione nella dieta, si tratta di una reazione avversa al cibo. A questo punto si può fare un ulteriore indagine mediante test diagnostici per verificare se è coinvolto o meno il sistema immunitario. In quest’ultimo caso ci si troverebbe di fronte ad una vera e propria allergia. In caso contrario il disturbo è dovuto a una più semplice intolleranza. TestQuello appena descritto è l’unico metodo valido e scientificamente riconosciuto. Esistono dei “test alternativi” che però sono privi di attendibilità scientifica e non è stata dimostrata alcuna efficacia clinica. Inutili e dannosi sono:
Una eventuale dieta di eliminazione, basata sui risultati dei suddetti test, potrebbe arrecare, soprattutto in età infantile ed adolescenziale, gravi conseguenze carenziali. I test sono mutuabili?Alla presenza dei primi sintomi rivolgersi al medico di base o pediatra che prescriverà con la dovuta impegnativa i test da fare sulla base di una sua prima diagnosi. Intolleranze alimentari: le più comuniVediamo ora quali sono gli alimenti che più comunemente provocano intolleranze alimentari. GranoEssere intolleranti al grano (o frumento) non vuol dire soffrire di celiachia. I sintomi più comuni sono: gonfiore addominale, disturbi gastrici, difficoltà digestive. Talvolta eruzioni cutanee, improvvise variazioni di peso, ritenzione. I cibi a cui stare attenti sono: pane e prodotti da forno, corn flakes, pizza, panature, dolci, birra, whisky e gin. Lattosio e latticiniL’intolleranza al lattosio si manifesta quando l’intestino non riesce ad assorbire questo zucchero complesso che si trova nel latte. Questo disturbo provoca dolori addominali, gonfiore, meteorismo e colite. Gli alimenti da evitare sono: latte vaccino, di capra o di pecora e di bufala. Latticini freschi, gelati, panna e tutti i dolci (biscotti, creme e salse contenenti latte). LievitiSpesso i lieviti di birra (o di pane) vengono mal assorbiti dall’intestino che tende a gonfiarsi, a non metabolizzare i principi nutritivi e ad evacuare in modo irregolare. Da evitare in questo caso pane, pasta da pane, pizza, brioches, pasticcini, torte, birra, sidro, ma anche formaggi fermentati, panna acida, salsa di soia, funghi e integratori a base di lievito. UovaL’intolleranza alle uova può essere scatenata dall’albume o dal tuorlo o anche dall’uovo intero. I sintomi che devono insospettire: crampi, gonfiori, disturbi digestivi, spesso accompagnati da eczemi, dermatiti, afte, acne e – talvolta – anche disturbi respiratori. Eliminare dunque tutti i cibi preparati con le uova: maionese, pasta all’uovo, ravioli, prodotti precotti o piatti pronti che contengono impanature, torte, gelati, budini, creme industriali. Frutta secca e soiaNoci, nocciole, arachidi & C possono rilasciare a livello intestinale sostanze che col tempo irritano la mucosa digestiva, provocando fenomeni di malassorbimento e la secrezione di istamina. Oltre a rinunciare a mandorle, anacardi e semi oleosi in genere, vanno evitati anche tutti i prodotti industriali che contengono gli oli estratti da questi cibi. La soia, ad esempio, è presente in molti alimenti come gelati e yogurt di soia, tofu, hamburger vegetariani e cioccolata. Intolleranze alimentari: le causeLe cause delle intolleranze alimentari non sono del tutto note. Le ipotesi variano da una predisposizione genetica e familiare, a infezioni intestinali, fino a problemi durante lo svezzamento. L’esperienza insegna che le intolleranze alimentari scaturiscono dall’eccessivo consumo di cibi che piacciono così tanto da mangiarne in gran quantità e soprattutto molto spesso. Il primo e semplice rimedio da attuare è quello di evitare di mangiare gli stessi cibi tutti i giorni, facendo attenzione soprattutto a quelli che piacciono di più. Ricordiamo la regola sempre valida dell’importanza di seguire una dieta sana, varia e ben bilanciata. Qualsiasi alimento, consumato spesso e in dosi massicce, può risultare intollerato, soprattutto dopo un periodo di stress o una malattia, situazioni debilitanti che affaticano sia l’intestino che le difese immunitarie. Intolleranze alimentari: come prevenirleNon è possibile prevenirle. Una volta appurato l’alimento che arreca maggior disturbo all’organismo è bene abolirlo totalmente dalla dieta oppure consumarlo moderatamente. I rimedio fitoterapici per alleviare i sintomiEsistono comunque alcuni rimedi naturali che ci aiutano a convivere coi sintomi più spiacevoli delle intolleranze alimentari:
Come si scopre un intolleranza alimentare?Il paziente affetto da “intolleranza alimentare” presenta prevalentemente manifestazioni a carico dell'apparato gastro-intestinale: gonfiore gastrico e/o intestinale, difficoltà digestiva, nausea e/o vomito, stipsi o diarrea, dolori addominali post-prandiali.
Come scoprire allergie e intolleranze?I più comuni sono il prick test cutaneo e il patch test, che si effettuano mettendo a contatto con la pelle una piccola quantità di uno o più allergeni allo scopo di verificare eventuali reazioni cutanee in seguito al contatto con la sostanza.
Cosa succede se mangio qualcosa a cui sono intollerante?Inoltre, le intolleranze alimentari possono provocare ritenzione idrica, improvvisi cambiamenti di peso, iperacidità, gastrite, sindrome dell'intestino irritabile o colite. Tra le manifestazioni respiratorie delle intolleranze alimentari si rilevano raffreddori e altre infezioni ricorrenti delle vie aeree.
Come si diventa intolleranti a qualcosa?L'intolleranza alimentare si manifesta quando il corpo non riesce a digerire correttamente un alimento o un componente alimentare, coinvolge il metabolismo ma non il sistema immunitario: un tipico esempio è l'intolleranza al lattosio, le persone che ne sono affette hanno una carenza di lattasi, l'enzima digestivo che ...
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