Gli antibiotici sono farmaci preziosi, talvolta indispensabili, per combattere le infezioni batteriche più disparate che possono colpire qualunque parte dell'organismo. Ma sono un'arma di cui stiamo rischiando di rimanere privi a causa di una scarsa consapevolezza dei rischi associati al loro uso improprio. Da troppo tempo, infatti, ricorriamo agli antibiotici con eccessiva leggerezza, spesso assumendoli anche quando non sarebbero realmente necessari o senza seguire fedelmente le indicazioni del medico rispetto ai dosaggi e alla durata della terapia. Questo atteggiamento, moltiplicato per milioni di persone e decenni di trattamento, oltre che non aiutarci a stare meglio, ha promosso lo sviluppo di batteri in grado di resistere all'azione di questi farmaci senza esserne danneggiati. Ciò ha reso gli antibiotici disponibili sempre meno efficaci, senza che, nel frattempo, la ricerca medica sia stata in grado di individuarne di nuovi. Non è un problema da poco. Le malattie infettive rappresentano da sempre il principale problema di salute dell'uomo e la nostra possibilità di controllarle è irrimediabilmente legata proprio all'efficacia degli antibiotici. Show Fortunatamente, siamo ancora in tempo per cercare di arginare il fenomeno. Ma per farlo dobbiamo imparare a usare gli antibiotici in modo corretto, lasciando da parte suggestioni popolari e abitudini consolidate e facendo riferimento alle raccomandazioni che medici e istituzioni sanitarie diffondono con sempre maggior convinzione soprattutto nella stagione invernale (vedi: antibioticoresponsabile.it), quando l'uso di questi farmaci tipicamente subisce un'irragionevole impennata per la cura di malattie da raffreddamento che, in realtà, li richiedono solo in minima parte. Le regole per non sbagliare
Le motivazioni sono semplici:
Antibiotici e malattie da raffreddamento In caso di raffreddore, gli antibiotici non servono mai. Si devono sopportare rinorrea e naso chiuso e aspettare che passino. Se il fastidio è notevole si può ricorrere, con parsimonia e per non più di 4-5 giorni, a decongestionanti nasali e a suffumigi con vapore. Anche il mal di gola nella maggioranza dei casi è provocato da virus e va alleviato con decongestionanti locali (pastiglie, risciacqui del cavo orale con soluzioni disinfettanti ecc.). Soltanto se è molto intenso, associato a febbre che tende a persistere oltre 2-3 giorni nonostante l'uso di antipiretici, può essere necessario un intervento con antibiotici, ma a stabilirlo e a dire quale farmaco usare deve sempre essere il medico. La tosse può essere solo uno dei sintomi dell'influenza oppure una patologia a sé. Nel primo caso, per la terapia sono sufficienti rimedi che aiutano a sedarla (sedativi della tosse) o a eliminare il muco bronchiale in eccesso (mucolitici ed espettoranti). Agli antibiotici può essere necessario ricorrere se la situazione non migliora in 4-5 giorni e c'è il rischio di un'infezione batterica dei bronchi o dei polmoni. Anche in questo caso, a decidere se è davvero il caso di prescriverli sarà il medico. Fonti
Quando si prende l'antibiotico si può prendere la tachipirina?Comunque la tachipirina si può associare con gli antibiotici.
Quanto tempo deve passare tra antibiotico e antinfiammatorio?Serve aspettare almeno 36-48 ore dall'inizio dell'antibiotico.
Quanto tempo tra antibiotico e tachipirina bambini?L'intervallo di tempo minimo consigliato per una nuova somministrazione – da ripetere solo quando il bambino sta nuovamente male e non a orario definito come nel caso degli antibiotici – è di almeno 4-6 ore per il paracetamolo e di almeno 8 ore per l'ibuprofene.
Quanto devo aspettare per tachipirina?Il foglietto illustrativo riporta che “la dose raccomandata è di 1 compressa [da 500 mg] alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno. Nel caso di forti dolori o febbre alta, 2 compresse da 500 mg da ripetere se necessario dopo non meno di 4 ore”.
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