Differenza tra esame delle urine e urinocoltura

  • Cos’è l’urinocoltura
  • Urinocoltura con antibiogramma
  • Contenitore
  • Come si fa?
  • Cosa significa “da mitto intermedio”?
  • Urinocoltura positiva: sintomi e interpretazione
  • Quando viene richiesto?
  • Fattori

Cos’è l’urinocoltura

L’urinocoltura, od esame colturale delle urine, è un esame di laboratorio condotto su un campione di urina e volto ad evidenziare l’eventuale presenza di batteri/funghi nel liquido, possibile segno d’infezione delle vie urinarie:

  • infezioni delle basse vie urinarie: vescica (cistite) o uretra (uretrite);
  • infezioni delle alte vie urinarie: rene (pielonefrite, glomerulonefrite) gli ureteri.

È importante notare che un’infezione delle vie urinarie determina in genere la presenza di microrganismi nelle urine, ma non è necessariamente vero il contrario, ossia la presenza di batteri nelle urine non indica obbligatoriamente la presenza d’infezione.

L’urinocoltura è considerato come il gold standard (esame ideale) per identificare il microrganismo responsabile di un’infezione delle vie urinarie.

Qualora l’urinocoltura risulti positiva si procede in genere all’esecuzione di un test di sensibilità agli antibiotici (antibiogramma), per individuare quale o quali farmaci risultino più efficaci nel trattamento dell’infezione; si tratta quindi di un importante aiuto per il medico in fase di prescrizione della terapia, che si traduce in una maggior efficacia terapeutica per il paziente.

Contenitore

In bambini e adulti il contenitore è in genere di materiale plastico e sterile, a forma di bicchierino di capienza pari a circa 100 mL (la provetta utilizzata per l’esame microscopico delle urine non è sufficiente).

Differenza tra esame delle urine e urinocoltura

Getty/Peter Dazeley

Nei bambini più piccoli per la raccolta si può ricorrere ad appositi sacchetto sterili monouso, disponibili in vendita in farmacia e differenti a seconda del sesso, da applicare al lattante al di sotto del pannolino.

Come si fa?

Non è necessaria la raccolta a digiuno, ma per aumentare la probabilità di ottenere risultati affidabili è necessario che la raccolta avvenga con qualche precauzione; si raccomanda di fare riferimento alle indicazioni ottenute dal proprio laboratorio, ma in linea generale è necessario:

  1. Trattenere l’urina per almeno 2-3 ore (meglio ancora per l’intera notte).
  2. Lavarsi le mani.
  3. Procedere ad un’accurata igiene intima, comprensiva di risciacquo:
    • Le donne dovrebbero divaricare con delicatezza le grandi labbra e pulirle con un movimento da davanti verso l’indietro (anche la raccolta andrebbe condotta divaricando le grandi labbra).
    • Gli uomini dovrebbero retrarre il prepuzio per procedere ad una pulizia più accurata del glande e della testa del pene in genere; idealmente andrebbe mantenuto scoperto fino al completamento della raccolta.
  4. Aprire il contenitore
  5. Riempire il contenitore per circa metà della sua capienza o poco più. Usare il mitto intermedio (vedi paragrafo successivo).
  6. Chiudere immediatamente il contenitore e consegnarlo il più rapidamente possibile. Se non fosse possibile farlo subito, conservare il campione raccolto in frigorifero.

Il contenitore non dovrebbe mai venire a contatto con i genitali né con la pelle circostante, onde evitare contaminazioni; per la stessa ragione si raccomanda che la raccolta avvenga direttamente nel contenitore, senza passare da altri recipienti intermedi non sterili (wc, bicchieri, tazze, secchi, …).

Una volta consegnato il campione è necessario attendere in genere 1-3 giorni per ottenere i risultati, tempi tecnici necessari alla coltura delle colonie batteriche/fungine eventualmente presenti.

Nelle donne in età fertile il campione andrebbe preferibilmente raccolto dopo 3-4 giorni dalla fine delle mestruazionim per ridurre il rischio di contaminazione.

Cosa significa “da mitto intermedio”?

Raccogliere il mitto intermedio significa che è necessario iniziare ad urinare normalmente ed iniziare la raccolta dopo aver eliminato la primissima frazione di urina emessa (utile a lavare l’eventuale presenza batterica saprofita dell’uretra, il canale che collega la vescica all’esterno).

Urinocoltura positiva: sintomi e interpretazione

Un paziente sano presenta un esito negativo, o la cui quantità presente sia inferiore al limite minimo (specifico per ciascun laboratorio e riportato sul referto, ad esempio inferiore a 10,000 cfu/mL).

Un’urinocoltura è invece positiva se rileva la presenza significativa di specie batteriche/fungine, che vengono caratterizzate sia per tipologia che per quantità. In generale, l’isolamento di oltre 100.000 ufc/ml di un patogeno urinario è indicativo di infezione, mentre l’isolamento di 2 o più organismi al di sopra di 10.000 ufc/ml può suggerire la contaminazione del campione.

La presenza di batteri in pazienti senza sintomi (batteriuria asintomatica) non richiede in genere alcuna terapia (condizione relativamente comune nelle donne, per ragioni prettamente anatomiche legate alla ridotta distanza tra sbocco dell’uretra e ano, oltre alla ridotta lunghezza dell’uretra stessa).

La causa più comune di infezione delle vie urinarie è l’Escherichia coli, che rende conto da solo della stragrande maggioranza dei casi; a seguire Klebsiella, Proteus ed Enterobacter.

Quando viene richiesto?

L’esame viene in genere richiesto in pazienti con sintomi suggestivi di infezione delle vie urinarie, tipicamente cistite ma non solo. Tra i sintomi più comuni e caratteristici si annoverano

  • bruciore durante la minzione,
  • aumentata frequenza di minzione, a causa di frequenza necessità associata ad urgenza (anche notturna),
  • febbre e brividi (soprattutto nei neonati).

Può eventualmente essere prescritto anche in caso di risultati anomali all’esame fisico-chimico delle urine, richiesto per altre ragioni (ad esempio la presenza di leucociti o di esterasi leucocitaria è suggestiva d’infezione).

In alcuni pazienti può infine essere utilizzato a conferma della risoluzione dell’infezione a seguito della terapia.

“Si ricorda che la diagnosi di cistite non complicata viene effettuata sulla base dei sintomi e che nelle giovani donne, secondo le più recenti Linee Guida (IDSA 2019, SIGN 2020), non viene richiesta un’urinocoltura e la terapia è empirica (fosfomicina trimetolato o nitrofurantoina o cotrimossazolo).” (Fonte LabTestOnLine)

Nelle donne in gravidanza può venire richiesto per evidenziare la presenza di batteri che, in questa condizione anche in assenza di sintomi, si considera preferibile trattare.

Sebbene non rappresenti il test di prima scelta, può essere utile infine a diagnosticare alcune malattie sessualmente trasmesse.

Fattori

  • Sebbene l’urina sia normalmente (quasi) sterile, una contaminazione da parte di organismi normalmente presenti nell’uretra o sulle superfici periuretrali può essere causa di una proliferazione anomala e conseguenti risultati fuorvianti.
  • L’urina tenuta a temperatura ambiente per più di 30 minuti favorisce la crescita sia di agenti patogeni che di contaminanti, portando a conteggi delle colonie potenzialmente imprecisi.
  • L’assunzione recente o contemporanea di terapie antibiotiche può essere causa di falsi negativi.
  • L’assunzione di farmaci diuretici (ma anche un eccesso di fluidi in genere) può diluire l’urina abbastanza da prevenire il corretto isolamento del patogeno.
  • L’assunzione di dosi elevate di vitamina C può alterare l’esito.

Articoli ed approfondimenti

  • Esami delle Urine

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Come si fa l'esame delle urine e urinocoltura?

Il paziente si laverà dapprima le mani e poi l'area genitale in maniera accurata. Deve essere raccolto all'interno del contenitore il getto intermedio delle urine, tralasciando il primo e l'ultimo getto della minzione. Non è possibile sottoporsi a questo esame nei giorni delle mestruazioni.

Come si chiama l'esame delle urine completo?

L'urinocoltura è un esame delle urine che ha, come obiettivo principale, la ricerca di batteri, virus e altri agenti infettivi, nelle urine. La raccolta del campione richiede l'utilizzo di un contenitore sterile e un'attenta pulizia – da parte ovviamente del paziente – delle mani e dei genitali.

Che infezioni si possono vedere con urinocoltura?

L'urinocoltura è utilizzata, insieme ai risultati dell'analisi dell'urina, per diagnosticare le infezioni delle vie urinarie (IVU) e identificare i batteri o i lieviti che le causano.