IntroduzioneLa disidrosi, anche denominata “pompholix”, è una dermatite (infiammazione della pelle) che colpisce prevalentemente Show
È caratterizzata dalla comparsa di piccole vescicole e pertanto viene definita comunemente “eczema disidrosico” (dal greco ékzema=bollo); è spesso associata ad un intenso prurito. Sebbene l’aspetto delle lesioni possa simulare una malattia infettiva, la disidrosi non è contagiosa. La disidrosi è una patologia importante da considerare per le sue ripercussioni cliniche: nonostante si tratti di una patologia molto diffusa, che colpisce diverse fasce d’età, ad oggi le cause responsabili sono ancora poco conosciute, rappresentando quindi un capitolo ancora aperto nel campo della ricerca, con l’auspicio che con l’individuazione delle cause, se ne possa prevenirne l’insorgenza. Si presenta tipicamente con
È una patologia importante anche per le sue ripercussioni sociali: il prurito intenso spesso costituisce un sintomo invalidante, tale da poter compromettere lo svolgimento delle comuni attività quotidiane; inoltre l’eruzione vescicolare spesso costituisce un problema di natura estetico, o addirittura può talvolta costituire motivo di emarginazione sociale, per il suo aspetto simil-infettivo. Il trattamento include tipicamente l’applicazione topica di creme o unguenti, ma nei casi più gravi il medico specialista può suggerire il ricorso a cortisone in forma sistemica (per bocca o, più raramente, per via iniettiva). DiffusioneLa disidrosi interessa il 5-20% della popolazione mondiale, rendendo complessivamente conto di circa il 3% di tutte le dermatiti. È un patologia diffusa in maniera omogenea, che colpisce nell’ampia fascia di età dai compresa tra i 4 e i 75 anni, con un picco di incidenza tra i 20 ed i 40 anni, insorgendo soprattutto nelle regioni con clima temperato, prevalentemente in estate e primavera. EziologiaIn passato si riteneva che la patologia fosse legata ad alterazioni nella funzione delle ghiandole sudoripare, ma questa ipotesi è stata definitivamente scartata. Ad oggi non è possibile individuare una singola causa responsabile dell’insorgenza della patologia, tanto che la disidrosi viene descritta come patologia multifattoriale, nella quale più fattori concorrono nel determinismo dell’insorgenza e del decorso. I fattori implicati nella sua insorgenza possono essere suddivisi in
ma è clinicamente più rilevante operare una distinzione tra
Fattori predisponenti
Fattori scatenanti
PatogenesiSebbene i fattori eziologici possano essere multipli e siano solo parzialmente noti, il meccanismo patogenetico che porta alle manifestazioni cliniche propriamente dette è ben conosciuto. La disidrosi rientra nel gruppo delle patologie da ipersensibilità: le cellule immunitarie sono normalmente “addestrate” a combattere fattori esogeni (per esempio virus e batteri), tuttavia nei soggetti predisposti, a causa dell’esposizione a diversi fattori scatenanti, queste possono riconoscere alcune strutture del proprio organismo (strutture self) come antigeniche (estranee) e dunque attivarsi a scatenare un processo infiammatorio, che è responsabile di un danno clinicamente manifesto, differente a seconda della struttura self interessata. Nel caso specifico della disidrosi, in seguito all’esposizione ai fattori scatenanti elencati precedentemente, alcune proteine cutanee come la fillagrina e le acquaporine, vengono riconosciute antigeniche e diventano bersaglio di una vivace risposta immune, danneggiandole. Il danno di queste proteine risulta nella perdita dell’integrità strutturale dell’epidermide (lo strato superficiale della pelle), che è alla base della comparsa delle lesioni cutanee. SintomiLa sintomatologia sperimentata dai pazienti comprende sostanzialmente
Le vescicole si presentano come delle lesioni multiple, rilevate, di circa 1 mm di diametro, ripiene di un liquido sieroso (trasparente), localizzate dapprima sui margini laterali e sulla punta delle dita, ad espandersi successivamente sul palmo delle mani e/o dei piedi, in maniera congiunta o isolata, in particolare sul fondo delle pieghe cutanee. iStock.com/Dyshidrosis Talvolta le vescicole possono essere così piccole da non essere facilmente visibili, benché comunque percepibili al tatto; in altre occasioni possono confluire a formare vescicole di dimensioni maggiori o addirittura bolle (lesioni rilevate, a contenuto fluido, di dimensioni superiori ad 1 cm). Le lesioni si localizzano nell’80% dei casi alle mani, nel 10% solo ai piedi e nel 10% a entrambe le estremità. Nella forma più diffusa l’episodio acuto si caratterizza per 3 fasi della durata di circa 2-3 settimane, con una notevole variabilità individuale:
PrognosiGli episodi possono essere acuti ed isolati, presentandosi una sola volta nella vita, oppure, più frequentemente, avere un decorso cronico-recidivante, con esacerbazioni che possono ripetersi da una a più volte l’anno, in concomitanza con l’esposizione ai fattori scatenanti, con gravità e durata variabili. Con l’età, le riacutizzazioni della malattia tendono a diventare meno frequenti e meno intense. È difficile prevedere come evolverà la malattia, tuttavia un cambiamento dello stile di vita e piccoli accorgimenti quotidiani possono aiutare a ridurre la frequenza delle esacerbazioni, a contenere la sintomatologia o comunque a ridurne la gravità. ComplicanzeLa sintomatologia può essere associata ad una riduzione della qualità della vita per due ragioni
Talvolta il decorso della patologia può essere complicato del sopraggiungere di complicanze, tra le più frequenti:
DiagnosiLa diagnosi nei casi conclamati è molto semplice, mentre in altri casi può essere necessario eseguire più esami prima di arrivare alla diagnosi.
Cura e rimediIl trattamento eziologico ha l’obiettivo di agire direttamente sul meccanismo patogenetico per ottenere la regressione della manifestazione acuta e comprende:
Il trattamento sintomatico (volto ad alleviare la sintomatologia) prevede:
PrevenzioneL’utilizzo di alcuni accorgimenti quotidiani, può ridurre la frequenza degli episodi acuti.
A cura della Dott.ssa Mariangela Caporusso, medico chirurgo Articoli ed approfondimenti
Link sponsorizzatiCosa significa quando si spella il palmo della mano?La secchezza delle mani si verifica solitamente con la perdita del film idrolipidico che mantiene la fisiologica idratazione della pelle. Questa condizione prende il nome di Xerosi. Il risultato della mancanza di idratazione è pelle secca o molto secca, ruvida, screpolata, pruriginosa.
Come capire se è disidrosi?Il sintomo chiave della disidrosi è la comparsa di bollicine, che colpiscono perlopiù i lati delle dita e i palmi delle mani e, più raramente, anche le piante dei piedi. Le bollicine di solito sono molto piccole, circa 1-2 millimetri, e tipicamente si presentano in gruppo.
Che cos'è la disidrosi alle mani?Che cos'è la Disidrosi? La disidrosi è una dermatite cronica caratterizzata dalla comparsa di piccole vescicole pruriginose sul palmo delle mani , ai lati delle dita e, talvolta, sulla pianta dei piedi . Le vescicole permangono per 3-4 settimane e causano un prurito molto intenso.
Quali sono le cause della disidrosi?Le cause precise di disidrosi sono sconosciute. Di solito, la malattia è associata alla dermatite atopica (eczema atopico) oppure ad una reazione allergica, come la febbre da fieno. In alcuni casi, la comparsa delle vesciche è legata ai raffreddori allergici (rinite allergica), tipici della stagione primaverile/estiva.
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