Chi è il padre di luca casadei

Luca Tommassini per la prima volta racconta il suo passato e il difficile rapporto con suo padre, Mauro. Un’infanzia non facile per Luca Tommassini: “Mio padre spaccava oggetti e alzava le mani. Si vergognava di me, della mia S moscia. Era il primo a chiamarmi “frocett*”.

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Chi è il padre di luca casadei

Il papà di Luca Tommassini col tempo è stato poco presente in casa (“Mio padre era meccanico vicino a Primavalle, all’epoca zona dove mettevano gli avanzi di galera – ha raccontato nel podcast di Luca Casadei “One more time” -  Col tempo divenne campione di Formula 3, iniziò a spendere i soldi in auto e donne. E iniziò a non abitare quasi mai in casa”), ma quando c’era la sua vita non era semplice: “Usava molto le mani, e mandò diverse volte mia madre in ospedale. Una volta mi tirò in faccia un posacenere di cristallo, di quelli anni 70, quadrati. Non parlai per settimane. Mi portarono da uno psicologo per superare questo mutismo, ovviamente di nascosto da lui”.

Chi è il padre di luca casadei

La svolta per lui è arrivata con l’iscrizione alla scuola di danza: “A 100 metri da casa mia Enzo Paolo Turchi aprì una scuola di ballo. Mia madre mi disse: “Ci vuoi andare?”. Sì che volevo. Lei mi iscrisse, e mi pagò la scuola coi soldi che risparmiava di nascosto da mio padre”.

Chi è il padre di luca casadei

Una scelta naturalmente non condivisa dal papà Mauro: “Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, è venuto a pranzo, per rimproverarci tutti. Mia madre iniziò a difendermi. Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: “Vattene, vattene!”. Finché non se ne andò. Tirai fuori la forza che in realtà non avevo, mi inventai il coraggio, e a volte serve”.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Novembre 2020, 14:50
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Luca Casadei, la mia storia: dalla rinascita ad oggi - part.2

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Luca Casadei, la mia storia: dall’infanzia al fallimento - part.1

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Vanessa Ferrari, una cannibale di medaglie della ginnastica artistica

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Vanessa Ferrari, la stella più luminosa della ginnastica italiana, racconta senza filtri la sua carriera a One More Time, ripercorrendo i problemi psicologici scaturiti da una carriera come la sua, i problemi alimentari e il coronamento del sogno di una vita, fino alla possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Nella puntata racconta i primi successi: “Nel 2004, ai Campionati Europei Juniores, ho vinto le prime medaglie importanti, sia di squadra che individuali. Lì ho iniziato a capire che potevo fare tanto per questa disciplina. Agli Europei del 2006 abbiamo vinto l’oro in squadra, è stata la prima volta nella storia, poi ai Mondiali ho vinto l’oro individuale: non è stato facile, dalla ragazzina normale che ero, sono passata ad essere un fenomeno mediatico”. Le difficoltà affrontate: “In palestra era sempre più brutto: prime delle Olimpiadi ci pesavano ad ogni allenamento e dovevamo dimagrire ogni giorno. Era impossibile, infatti ho iniziato ad avere problemi alimentari. Quando sono iniziate le Olimpiadi avevo paura del peso che avevo alla mattina, non delle gare. Questa cosa non era normale, mi ero abituata a vomitare ogni volta che mangiavo perché mi sembrava di ingrassare. Sono stata in cura per più di un anno, poi sono riuscita a uscirne”. Sulle Olimpiadi di Parigi 2024 l’atleta azzurra conferma i rumors: “Non escludo nulla, se starò bene fisicamente perché no?”.


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Gianpiero Kesten, come nasce un podcast da un milione di ascolti al mese

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Gianpiero Kesten uno dei podcaster più in voga negli ultimi anni, ideatore di “Cose Molto Umane”, si racconta a One More Time. Gli inizi, l’esperienza nella redazione de Le Iene, il primo figlio in arrivo e una svolta inaspettata: essere assunto come professore in un istituto alberghiero: “I primi mesi son stati un inferno, ho commesso un grave errore: mi sono presentato come il classico prof simpatico. Poi però si sono creati dei bei rapporti umani, per me fare lezione era come raccontare delle storie”. La nascita di “Cose Molto Umane”: “Il progetto nasce nel 2020, durante la pandemia. A scuola le lezioni erano a distanza, in radio non potevo andare. Mi son trovato a casa un po’ spaventato, un po’ annoiato e con del tempo libero. Da lì è nata l’idea. In quel momento gli ascoltatori della radio avevano una grandissima fame di quello che la radio sa fare meglio, ovvero creare comunità. Il podcast è nato con questo scopo, partendo da quelle notizie un po’ da “nerd” che piacciono a me, sviluppandosi poi nel prendere le domande più strane lette su internet per parlare di umanità. Ad oggi sono oltre ottocento puntate e più di un milione di ascolti al mese”.


Max Ferrari, MC2 Sainth Barth dall’Italia al mondo

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Max Ferrari fondatore di MC2 Saint Barth, il noto marchio di capi e accessori, racconta in questa puntata come è iniziata la sua avventura nel mondo della moda, portando il brand a essere conosciuto e riconosciuto a livello globale. Gli inizi e la nascita del marchio: “Mc2 Saint Barth nasce in spiaggia. Ero con un gruppo di amici in Sardegna . In quei tempi avevano tutti Sundek, aveva il monopolio. L’idea forte fu che per fare un costume non bisognava avere un’azienda. Non sapevamo nulla dell’argomento, l’abbiamo disegnato e abbiamo fatto realizzare i primi 15 prototipi a mano. Siamo andati in giro, con il mio socio, per venderli porta a porta”. La crescita e i momenti più difficili: “Il giorno più brutto è stato all’inizio. Ero parcheggiato con la mia macchina sul lago di Como, avevo già preso 3, 4 porte pesanti in faccia, avevo lasciato in quel momento l’avvocatura. È stato un pomeriggio molto molto lungo. Sono andato a provare a vendere e non ci ero riuscito. La mia sfortuna era che forse avevo qualcosa da perdere. A volte il non aver nulla da perdere ti fa essere più spavaldo. Io avevo qualcosa da perdere perché avevo studiato, amavo il mio lavoro e all’inizio questo mi ha creato un bel po’ di ansie”





Fabrizio Biggio, la mia vita dopo I Soliti Idioti

Jun 10 2022 66 mins  

Fabrizio Biggio, comico, conduttore e attore conosciuto dal grande pubblico anche per il sodalizio artistico con Francesco Mandelli con cui ha raggiunto la grandissima popolarità grazie al duo comico de I Soliti Idioti, si racconta in questa puntata di One More Time.Gli inizi della carriera artistica: “Ho iniziato con i fumetti. Dopo aver condotto un programma per una piccola tv locale, Mtv mi chiama per un provino. È stato un disastro. Passano sei mesi e non mi chiamano, allora creo un fumetto: io che aspettavo la loro telefonata e la mia vita che nel mentre diventava un disastro. Dopo due settimane mi chiama MTV: “ti vogliamo incontrare”. L’inizio con i Soliti Idioti: “Ho conosciuto Francesco Mandelli a MTVMad e abbiamo iniziato a scrivere degli sketch comici. Primo giorno di set, iniziamo a girare: è stato l’idillio, mi sembrava di girare con lui da sempre. Ci capivamo al volo. Il successo arriva nel 2009 con la terza serie e ci volevano per farne 2 film. Incassiamo 25 milioni al botteghino”.La fine del duo comico de I soliti Idioti: “Dopo i film, da un’operazione artistica siamo diventati un prodotto commerciale. Eravamo riconosciuti come quelli volgari. Non abbiamo saputo gestire la nostra arte, l’abbiamo data in pasto a chi ci voleva far dei soldi. A un certo punto decidiamo di fare il terzo film “La solita commedia - Inferno”, nel 2015. Un flop. Va malissimo e anche tra me e Mandelli le cose non andavano bene e lì son venuti fuori tutti gli attriti tra di noi, non ci siamo più parlati. In quella situazione ho sbagliato, ho tenuto tutto dentro, ma poi sono scoppiato. Ci separiamo, ma non c’è mai stata la forza o la voglia di risolvere”.


Mario Volanti, com’è nata Radio Italia

May 27 2022 32 mins  

Mario Volanti, musicista, compositore e speaker radiofonico, fonda nel 1982 RADIO ITALIA SOLOMUSICAITALIANA. Decidendo così, di rispondere all’avanzata esterofila nel comparto musicale radiofonico di quegli anni.In questa puntata parla degli inizi e della fondazione di Radio Italia: "Ero insofferente: devo fare la radio. Mi chiama un'ascoltatrice affezionata e mi dice che il suo socio vuole fare una radio. Incontro Franco Borgonovo e fondiamo Radio Italia. La cosa stava diventando seria: nel ‘91 siamo diventati la prima radio d’Italia”.L’attentato: “Alle 4 del mattino mi chiama la polizia “deve venire subito, c’è stato un attentato: una bomba in radio”. Mi alzo e volo in radio, entro e non c’era più niente: bruciato tutto.Il rapporto con gli artisti: “Mi confronto con gli artisti dal punto di vista musicale. Uno dei primi con cui ho consolidato un bel rapporto è Enrico Ruggeri. La prima intervista Laura Pausini l’ha fatta con me, come anche Bocelli o Gigi D’Alessio. Ho ricevuto anche dei no: Gianni Morandi me ne ha fatta una sporca. Avevamo fissato il live nel nostro Music Place. Il giorno prima mi dicono “sicuro che domani Gianni Morandi verrà in Radio Italia?! A me risulta che sarà dalla De Filippi ad Amici”. Non è possibile, penso, avevamo preparato tutto. Alla fine abbiamo dovuto annullare tutti gli inviti. L'ho cancellato dalla mia vita. Poi siamo diventati di nuovo amici per la pelle”.


Danny Lazzarin, i muscoli che fanno business

May 20 2022 45 mins  

La passione per il fitness «Ho iniziato ad allenarmi a sedici anni e a lavorare nella stessa palestra in cui mi allenavo, ma pensavo che non potesse essere una professione reale. Ho realizzato che più tempo perdevo a capire cosa fare, più opportunità mi sfuggivano di mano».La carriera da imprenditore e le difficoltà iniziali «non uscivo la sera e non giocavo alla playstation, per me la mia azienda e farla fiorire era tutto». La rapida ascesa subisce una battuta d’arresto quando Danny risulta indagato per corruzione «Un giorno un importante cliente mi chiama, dicendomi che in un articolo di giornale risultavo indagato per corruzione insieme ad altre imprese funebri. L’ho scoperto così. Tutte le aziende del settore a Padova erano indagate, una situazione molto grave. Era il momento in cui mi stavo facendo conoscere sui social, avere già popolarità ha peggiorato le cose. Tutto sommato ero tranquillo, son sempre stato attento alla legalità e alla burocrazia. Lo stesso ospedale ha confermato che io non c’entravo nulla. Da quel momento sono uscito da quel mondo, ma lo avrei fatto comunque». L'esplosione sui social e il successo imprenditoriale «Il fitness è sempre stata la mia passione, ho dunque ideato uno studio di consulenze su allenamenti e diete, ho aperto 3 palestre e acquisito un brand di scarpe per l’allenamento. Oggi lo studio di consulenze fattura circa 1.5 milioni di euro/anno, ma io mi sto dedicando molto ai contenuti sul web per il mio pubblico».


Tonino Lamborghini, l'eredità continua

May 13 2022 32 mins  

L’infanzia e l’ascesa del marchio «Ferrari va da mio padre, Ferruccio Lamborghini, e gli dice “tu bruci le frizioni perché non sai guidare le mie automobili, al massimo guida i tuoi trattori”. “Ah, sì? Te la faccio pagare io…”, la sua risposta. Allora mio padre andò da mia madre e le disse “Anita! Tu mi devi trovare un miliardo di lire perché gliela faccio vedere io a Ferrari!”. Da lì, in 9 mesi, nacque il mito della Lamborghini» - Le difficoltà «io andavo poco nell’azienda di papà perché era il suo giocattolo, ma anche perché c’era la sua amante. Oggi forse queste cose si accettano, all’epoca no». - La cessione di Lamborghini Auto e la nascita della Lamborghini Spa «Sentivo il bisogno di fare qualcosa di esclusivamente mio, diverso dal mondo dei motori. Sono iniziate subito le cause con i nuovi proprietari della Lamborghini Auto a causa del nome del marchio. In fretta e furia dovetti immettere sul mercato il maggior numero di prodotti diversificati. Abbiamo vinto le cause in tutto il mondo». - Il rapporto con i figli: «Elettra ha preso la sua strada, Ferruccio invece lavora con me. È molto bravo ma lavora troppo! Io sono molto avventuriero, lui è molto analitico. Siamo un po’ in contrasto, dovrebbe osare di più. Nella vita bisogna osare».



J-Ax, uno zarro da 171 dischi di platino

May 06 2022 56 mins  

Gli inizi nella musica «Iniziai il percorso musicale con un amico, avevamo creato il progetto Bombe in Stereo. Facevamo schifo. Conobbi il dj Vladimiro, fratello di Dj Jad. Da lì è partito tutto». - Il successo «Diventai subito un integralista del rap, uno di quelli che oggi mi darebbero del venduto. Agli inizi solo Albertino ci passò in radio. Diventammo famosi, ma non avevamo una lira” - La caduta «Di sana pianta, un disco ad alto budget in cui credevano tutti. Giornalisti, casa discografica, produttori. Una previsione di vendita di oltre trecentomila copie, alla fine ne abbiamo vendute solo trentamila. La casa discografica mi disse “non vogliamo più sentir parlare di te”. Inizio a drogarmi come un pazzo, sto malissimo». - La rinascita “Marracash e i Dogo mi chiesero di tornare a fare un disco rap. Abbiamo fatto una versione della canzone Snob insieme, con YouTube di Sana pianta diventa Disco di Platino. L'esperienza come giudice a The Voice: «Mi chiamò la Rai per The Voice. Marracash mi consigliò di farlo. Li devo ringraziare».




Elisa Maino, avere successo a 15 anni

Apr 08 2022 31 mins  

Elisa Maino, fa i conti con uno straordinario successo vissuto all'età di 15 anni.Nella puntata racconta: • Il periodo dell’adolescenza “Mi vergognavo di mostrarmi alle persone… Quando uscivo, indossavo cappelli o sciarpe per coprirmi il viso… Sono stata molto male” • Uno dei periodi più bui della sua vita: quello in cui arrivò a odiare il suo corpo “Un giorno, dopo uno shooting fotografico, una persona mi disse: “Non vai bene, hai le caviglie gonfie”. Da lì mi si bloccò tutto. Smisi di mangiare. O meglio, per tre mesi mi nutrii soltanto con mele e acqua. Persi un sacco di chili. Arrivai al limite». • I sogni e i piani per il futuro “Vorrei studiare medicina. È sempre stato il mio grande sogno. Vorrei avere due vite, fare Medicina e continuare a fare quello che sto facendo, creare il mio brand. Ma bisogna darsi delle priorità. Magari riuscirò a fare entrambi, chissà»





Alessandra Grillo e Michael Wenger, cos'è l'Hoffman

Nov 23 2020 70 mins  

Puntata speciale della prima stagione, dedicata al Metodo Hoffman, un percorso di crescita che è stato fatto dallo stesso Luca. A raccontarlo sono l’uomo che l’ha portato in Italia, Michael Wenger, e un’ospite d’eccezione che l’ha provato: la event & wedding planner dei grandi brand e delle celebrità Alessandra Grillo. Nella puntata si parla di • che cos’è il Metodo Hoffman («Partiamo dai modelli dei nostri genitori») • l’esperienza di Alessandra Grillo («Per una settimana ti liberi di tutte le sovrastrutture, cellulare e pc compresi») • la vita di Michael, ex dj, ex hippie («Make Love Not War, era l’ideale che cercavo»), ex attore e tanto altro («Mi ero perso tra le dipendenze, poi mi sono ritrovato e sono rinato»).











Che lavoro fa Luca Casadei?

Luca Casadei è un uomo di 43 anni, nato a Parigi, esperto nel far monetizzare il talento. È stato uno dei primi al mondo, sicuramente il primo in Italia nel 2009, a far diventare una professione il mestiere dello YouTuber, coniando diversi termini.

Chi è Luca casa dei?

Luca Casadei, 45 anni, nato a Parigi, è uno scopritore di talenti da 25 anni. Nel 2008, partendo dal web, crea una nuova professione: il content creator (per molti sinonimo di youtuber e influencer).

Dove abitava Raul Casadei?

Nato nel 1937, Raoul Casadei visse con la famiglia a Sant'Angelo di Gatteo. Nel 1945 la sua casa fu bombardata e si trasferì a Gatteo a Mare.

Chi era Italo Casadei?

Una vita giocata è anche quella di Italo Casadei, facoltoso e affascinante stilista, che vive in uno splendido appartamento nel cuore della metropoli e che con Nicoletta avrà tre figli, Luca, Luigi e Lorenzo. Il gioco d'azzardo è la sua ombra e diventerà la sua rovina.

Come è morto Secondo Casadei?

19 novembre 1971Secondo Casadei / Data di mortenull

Quando è morto Raul Casadei?

13 marzo 2021Raoul Casadei / Data di mortenull