Frattura terzo metacarpo mano tempi di recupero

Frattura del metacarpo: cos’è?

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Tra le fratture più comuni dell’arto superiore, la frattura del metacarpo consiste nella interruzione della continuità delle ossa metacarpali della mano.

Facciamo, però, un passo indietro e capiamo bene cosa intendiamo quando parliamo di metacarpo. Le ossa metacarpali, più comunemente dette metacarpi, si trovano nel palmo della mano, più precisamente tra le ossa carpali e le prime falangi, e sono cinque per ogni mano.

Inoltre, il metacarpo presenta tre distinte sezioni: quella centrale, quella all’estremità prossimale e quella all’estremità distale. Queste tre porzioni prendono anche, rispettivamente, i nomi di corpo, base e testa.

  • Corpo: è la porzione del metacarpo compresa tra le altre due, è di forma cilindrica e allungata;
  • Base: si trova all’estremità prossimale e si articola con le ossa carpali;
  • Testa: è la porzione collegata con la prima falange.

Le ossa metacarpali, quindi, sono cinque, ognuna di essa collegata con le diverse falangi.

Delle ossa metacarpali sane sono fondamentali per una piena funzionalità delle mani.

Frattura terzo metacarpo mano tempi di recupero

Quanti tipi ne esistono?

Come anticipato, la frattura del metacarpo è fra le più comuni e ne esistono di diverse tipologie.

Le più diffuse in assoluto, però, sono due, ovvero la frattura di Bennett e la frattura del pugile. Ma scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta:

  • Frattura di Bennett: prende il nome dal medico Edward Bennett, il quale per la prima volta ne parlò. È una frattura alla base del primo metacarpo, ovvero quello che precede la falange prossimale del pollice;
  • Frattura del pugile: è la frattura del quinto metacarpo. Si chiama così poiché spesso si verifica proprio urtando con la mano contro qualcosa di duro che causa un forte impatto all’ultimo metacarpo, quello che precede la falange prossimale del mignolo.

Sono diversi i sintomi della frattura del metacarpo, tra i più frequenti si trovano:

  • Dolore intenso ed immediato dopo il trauma;
  • Impossibilità di muovere il dito;
  • Difficoltà nel muovere l’intera mano;
  • Gonfiore della mano;
  • Formazione di un ematoma.

Cause

Molteplici sono le cause che possono dare vita ad una frattura del metacarpo.

Tra le più comuni si trovano:

  • Un colpo diretto alla mano;
  • Un trauma;
  • Una caduta;
  • Una torsione;
  • Uno schiacciamento.

Ovviamente, la frattura del metacarpo può, inoltre, verificarsi a causa di un qualsiasi incidente o anche durante l’attività fisica. Tra gli sport che espongono maggiormente le persone a questo tipo di rischio sicuramente si collocano la pallavolo, il basket e il pugilato insieme a tutti quelli che vedono un’implicazione dell’arto superiore nell’attività svolta.

Diagnosi

Per effettuare una corretta diagnosi di frattura metacarpale oltre ad un esame esterno eseguito da uno specialista del settore, è fondamentale avvalersi anche di un esame RX, ovvero di una radiografia. Se necessario, la radiografia, e quindi “l’immagine della mano”, sarà acquisita in diverse proiezioni così da permettere di avere un quadro completo sul trauma occorso.

Chi sono i soggetti più a rischio

Tra le possibili fratture della mano, quelle metacarpali ricoprono un’importante fetta delle lesioni, il 40% circa.

Gli individui più a rischio sono rappresentati da coloro i quali praticano molta attività fisica – soprattutto quella che richiede l’impiego delle mani. Infatti, lo sport o anche i lavori di tipo manuale rappresentano dei fattori di rischio poiché espongono l’arto superiore ad eventuali traumi.

Trattamento e cura

Il trattamento della frattura metacarpale può essere sia di tipo chirurgico che non chirurgico, ovvero un trattamento di tipo conservativo.

Ovviamente, solamente uno specialista è in grado di stabilire quale sia il trattamento più idoneo per il tipo di frattura diagnosticato, ma in ogni caso la scelta può dipendere da vai fattori, tra i quali:

  • L’età;
  • Lo stile di vita;
  • Se si tratta di un soggetto che svolge attività sportiva;
  • In base all’attività lavorativa del paziente.

Vediamo più nel dettaglio cosa si intende per trattamento non chirurgico e cosa per trattamento chirurgico.

  • Trattamento non chirurgico: è un trattamento di tipo conservativo che mira ad allineare i frammenti ossei fratturati, grazie ad una manipolazione che deve essere effettuata da uno specialista. In seguito, viene applicato un gesso o una stecca o, ancora, se possibile, solamente un tutore per far in modo che le ossa facciano il proprio processo di guarigione rimanendo ben allineate per un periodo che può variare tra le 4 e le 6 settimane circa.
  • Trattamento chirurgico: nel caso in cui quello conservativo non fosse sufficiente, subentra la necessità di un trattamento chirurgico, ovvero un intervento in grado di allineare i frammenti di osso metacarpale fratturati e mantenerli in tale posizione con mezzi di sintesi metallici fino al consolidamento della frattura. Tale procedura prende il nome di osteosintesi ed esistono molteplici tecniche per realizzarla. Si possono posizionare una placca e delle viti sull’osso mediante un’incisione, utilizzando quindi una tecnica coì detta “a cielo aperto”. In alternativa si possono usare dei fili metallici chiamati fili di Kirschner che vengono introdotti nell’osso senza incisione secondo vari principi, realizzando in questo modo una tecnica chiamata percutanea. Quando il tipo di frattura lo consente la tecnica percutanea anterograda endomidollare ha dimostrato innumerevoli vantaggi.

Riabilitazione

Solamente un medico può stabilire quale sia la riabilitazione più idonea per una frattura del metacarpo che, come già anticipato, può essere di diversi tipi e causata da diversi fattori. In ogni caso, però, quando si tratta di frattura del metacarpo, la riabilitazione deve essere affidata a dei fisioterapisti specializzati nel trattamento della mano, che di concerto con il medico accompagneranno il paziente mediane appositi esercizi e terapie fisiche mirate verso il ripristino della funzione lesa.

Prevenzione

Per prevenire un’eventuale frattura del metacarpo bisogna semplicemente, per quanto possibile, fare attenzione e non esporre la mano a traumi diretti.

Maggiore attenzione va posta quando si fanno sport e attività lavorative ad alto rischio di trauma. In questi casi, potrebbe essere consigliabile utilizzare protezioni adatte a prevenire eventuali lesioni alle ossa metacarpali.

Quali sono le altre principali fratture della mano?

  • Frattura dello scafoide;
  • Frattura del polso (radio e ulna);
  • Frattura delle falangi.

Perché devi rivolgerti a uno specialista della mano

Per il trattamento di una frattura metacarpale è fondamentale rivolgersi ad uno specialista della mano.

Grazie alle specifiche competenze nell’ambito dell’anatomia di tale distretto e all’esperienza nel trattamento dei problemi legati alla mano, infatti, un medico specializzato in questo ambito è l’unico in grado di assicurare la risoluzione del problema e ripristinare la migliore funzionalità della mano oggetto del trauma.

Dove trovare il miglior centro specializzato nella frattura del metacarpo a Roma

In via Luigi Bodio, 58, a Roma, si trova il Centro di Chirurgia e Traumatologia della Mano.

Il Centro è a tua disposizione h24 per la gestione di ogni tipo di trauma della mano con le tecniche diagnostiche e terapeutiche più all’avanguardia.

Per ulteriori informazioni e chiarimenti non esitare a contattarci utilizzando l’apposito modulo presente in questa pagina.

Come si cura la frattura del metacarpo?

Nella maggior parte dei casi, una frattura della mano guarirà bene senza un intervento chirurgico. In tal caso, la terapia consiste in un gesso o un tutore o uno splint. Per fratture scomposte che non si riescono a ridurre correttamente (cioè se i frammenti non rimangono allineati) può essere necessaria un'operazione.

Quanto tempo gesso metacarpo?

Infatti, in presenza di fratture stabili e non particolarmente gravi, i medici optano per l'applicazione, sulla mano del paziente, di una stecca gessata, da tenere in posizione per 2-3 settimane circa. In presenza di fratture stabili e gravi, è prevista l'ingessatura della mano interessata per almeno 4-6 settimane.

Cosa fare dopo aver tolto il gesso alla mano?

Il protocollo riabilitativo dopo la rimozione del gesso prevede:.
Trattare il gonfiore del polso con massaggio centripeto;.
Magnetoterapia stimolare la rigenerazione dei tessuti;.
Mobilizzazione attiva assistita e attiva contro resistenza di polso e mano;.
Movimenti attivi di flesso-estensione del polso e della mano;.

Come capire se è una frattura composta o scomposta?

Nella frattura composta le due parti di osso rimangono nella loro sede anatomica; in caso di frattura scomposta i segmenti ossei perdono il loro allineamento e sono dislocati rispetto alla loro naturale posizione; la frattura esposta invece prevede una fuoriuscita dell'osso dalla cute, con una lacerazione della stessa.