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Le Assemblee di Dio in Italia sono una Chiesa cristiana evangelica pentecostale italiana.[1] Storia[modifica | modifica wikitesto]Nascita e origini negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]Le "Assemblee di Dio in Italia (A.D.I.)" nascono sulla scia e come la trasposizione italiana del Risveglio Pentecostale statunitense del 1906. Dal punto di vista storico, il movimento italiano si ricollega al "Risveglio di Los Angeles" dello stesso anno,[1] dal quale il messaggio pentecostale si sparse rapidamente in tutti gli Stati Uniti, e raggiunse a Chicago un gruppo di evangelici italiani (1907). Ben presto si organizzò una comunità italiana da cui partì verso la fine del 1908 un fedele, Giacomo Lombardi, senza alcuna istruzione o preparazione teologica. Egli fondò alcune piccole comunità: Roma (1908), Genova (1910), e Gissi (1910), in provincia di Chieti, in Abruzzo. Negli anni seguenti, come conseguenza della testimonianza di altri immigrati tornati in Italia, si costituirono altre chiese e gruppi. L'organizzazione delle varie comunità pentecostali era tipicamente congregazionalista ed ogni comunità era completamente autonoma. Il regime fascista e la persecuzione dei Pentecostali[modifica | modifica wikitesto]Durante il regime fascista i pentecostali furono vittime di persecuzioni sistematiche da parte delle autorità fasciste, squadristi e forze dell'ordine,[2], a partire dal biennio 1926-1927.[2] Negli anni successivi la situazione si inasprì anche di più: come diretta conseguenza nel 1929 della firma dei Patti Lateranensi e della promulgazione della legge sui culti ammessi, tutti i culti cristiani acattolici e le religioni non cristiane presenti in Italia vennero degradati a livello di inferiorità rispetto al cattolicesimo, divenuto l'unica religione di Stato riconosciuta per legge dal regime.[2] Dal 1930 al 1933 venne lasciata maggiore libertà alle chiese pentecostali di organizzarsi e professare la loro confessione, ma solo con ministri di culto riconosciuti dalla legge e in locali autorizzati;[2] non mancarono tuttavia soprusi, episodi di violenza e arresti ai danni dei fedeli nemmeno in questi anni, per iniziativa della polizia politica, dei civili o dei presbiteri cattolici, soprattutto durante il comando di Arturo Bocchini.[2] Nel 1934 la repressione fascista delle chiese pentecostali si fece più violenta,[2] e culminò l'anno successivo con l'entrata in vigore della circolare di regime denominata "Buffarini Guidi"[2], dal nome del Ministro Guido Buffarini Guidi del Governo Mussolini, che dichiarò fuorilegge il "Culto Pentecostale", «essendo risultato che esso si estrinseca e si concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza»;[2] dopo la promulgazione della circolare, i pentecostali vennero arrestati in massa fino al biennio 1943-1944[1][2]. Oltre ai vari spargimenti di sangue, quattro fedeli furono uccisi: di questi, uno venne assassinato nell'eccidio delle Fosse Ardeatine,[2] un altro morì nel campo di concentramento di Mauthausen.[2] Terminato il periodo clandestino con la Caduta della Repubblica Sociale Italiana e la fine della Seconda guerra mondiale, ci si rese conto che le comunità non erano state né diminuite né disperse. Le statistiche dicono che dalle 172 del 1930, le chiese erano 201 nel 1940[senza fonte]. Fino a quel momento le chiese pentecostali erano assolutamente indipendenti e non esisteva ancora alcuna forma di organizzazione o denominazione, infatti le stesse A.D.I. si sarebbero costituite de facto alcuni anni dopo. Tuttavia, anche dopo la fine del regime fascista, con la Nascita della Repubblica Italiana nel 1946 e la promulgazione della Costituzione Italiana nel 1948, la suddetta circolare restò in vigore fino al 1955,[2] con il benestare del Governo democristiano di allora, in particolare del Ministro dell'Interno dell'epoca Mario Scelba;[2] i pentecostali continuarono quindi ad essere discriminati e perseguitati con violenza ancora per un altro decennio.[2] Lo stesso ministro Mario Scelba, in risposta ad un'interrogazione parlamentare, affermò che «l'esercizio del cosiddetto Culto Pentecostale non è ammesso in Italia». Tale disposizione fu dichiarata «non più in vigore» il 16 aprile 1955[3][4]. La nascita delle A.D.I.[modifica | modifica wikitesto]Nel "Convegno di Roma" del 28 agosto – 1º settembre 1946 si diede vita a quello che sarebbe stato l'embrione della futura organizzazione delle "Assemblee di Dio in Italia", ossia la costituzione del triplice "Comitato missionario, ricostruzione e fondo di pietà"[5]. La presidenza venne affidata a Umberto Gorietti, mentre Roberto Bracco fu il segretario generale e Giovanni Ferri il vicepresidente[6]. Il convegno di Roma gettò le basi per la nascita delle A.D.I. e nonostante ciò, un certo numero di chiese pentecostali rifiutarono l'affiliazione e alcune di queste si costituirono sotto il nome di "Congregazioni Cristiane Pentecostali". A queste prime Assemblee di Dio non aderirono però le Chiese Cristiane dette degli "Zaccardiani", quelle della Valle del Sele e altre[6]. La data di nascita delle A.D.I. viene individuata nell'anno 1947, quando si stabilì il loro nome grazie all'intesa stipulata da molte congregazioni pentecostali italiane con le Assemblee di Dio Americane ("Assemblies of God", "AoG"). L'atto costitutivo di questa confessione venne sottoscritto il 22 maggio 1948[6], quando il pastore Roberto Bracco preparò la prima bozza dello Statuto che essa si accingeva ad adottare[7]. Riconoscimento giuridico delle A.D.I.[modifica | modifica wikitesto]Chiesa Pentecostale A.D.I. di Reggio Calabria Agli inizi della loro costituzione, le "Assemblee di Dio in Italia" incontrarono ostacoli di carattere politico, comuni a tutte le chiese pentecostali e non associate, determinati in particolare da continua applicazione della suddetta circolare "Buffarini Guidi", entrata in vigore durante il fascismo nel 1935, che vietava il culto pentecostale in tutto l'ex Regno d'Italia e che venne dichiarata non più in vigore solo nel 1955[6]. Le autorità governative perciò richiesero un atto dichiarativo che doveva essere emesso da una associazione di Chiese consorelle giuridicamente riconosciute in altre importanti nazioni, che avrebbe garantito la serietà e gli intenti del movimento italiano, onde far cessare ogni intolleranza e spianare la via al riconoscimento giuridico. Pertanto fu chiesto tale attestato alla "Chiesa Cristiana del Nord America", che essendo all'epoca soltanto un'associazione, di fatto non poté emettere il documento e consigliò di provvedere in una qualsiasi altra maniera. Furono invece interessate le "Assemblee di Dio Americane", organizzazione di Chiese consorelle giuridicamente riconosciute in tutti gli Stati Uniti, che offrirono la loro collaborazione sottoscrivendo il documento necessario, il quale, riconoscendo il movimento italiano, ne garantiva la più assoluta autonomia[8]. In questo modo venne adottato il nome "Assemblee di Dio in Italia", che permise alla neo-organizzazione di ottenere il riconoscimento giuridico come ente morale con D.P.R. 5 dicembre 1959 n. 1349 e quindi di poter esercitare liberamente il culto pubblico e privato[9], pur conservando la propria indipendenza dalle "Assemblee di Dio Americane", con le quali restò lo stesso in stretta comunione e collaborazione. Inoltre le A.D.I. mantennero rapporti molto stretti, spesso ratificati da accordi bilaterali, con le Chiese Pentecostali Italiane all'estero come le "Chiese Cristiane del Nord Europa" (Christian Church of North Europe), la "Chiesa Cristiana del Nord America" (Christian Church of North America), le "Chiese Cristiane Italiane d'Australia" (Italian Christian Churches of Australia) e la "Chiesa Pentecostale Italiana del Canada" (Italian Pentecostal Church of Canada), che ha cambiato nome in "Assemblee di Dio Canadesi" (Canadian Assemblies of God, CAoG), un piccolo movimento di circa 1 500 membri e che nel 2008 è stato coinvolto in uno scandalo finanziario[10][11]. Quest'ultimo movimento non deve però essere confuso con le "Assemblee di Dio del Canada" (Pentecostal Assemblies of Canada, PAoC)[12], che contano circa 232 000 membri, come si deduce dalla lista mondiale delle Assemblee di Dio[13]. In Italia, le A.D.I. hanno stretto inoltre un accordo di comunione spirituale con le Chiese Elim[14]. A seguito dell'"Intesa tra lo Stato e le A.D.I.", in attuazione dell'articolo 8, comma 3, della Costituzione italiana, le A.D.I. hanno regolato i loro rapporti con lo Stato mediante la legge 22 novembre 1988, n. 517[15]. Il 2 novembre 2011 il Consiglio dei Ministri ha approvato parziali modifiche all'Intesa tra Repubblica Italiana e le A.D.I. in tema di accesso all'otto per mille[16]. Dottrina[modifica | modifica wikitesto]Chiesa Pentecostale ADI di Crotone. I lineamenti dottrinali delle Assemblee di Dio in Italia sono i seguenti (tra parentesi i passi della Bibbia su cui si basano):
La funzione di culto[modifica | modifica wikitesto]La funzione di culto di ogni singola comunità segue uno schema standard comune a tutte le chiese evangeliche, con alcune varianti. Le differenze più vistose in uso nel culto delle chiese ADI sono:
Tradizioni ed usanze[modifica | modifica wikitesto]Le chiese ADI, in generale, non festeggiano Natale, Pasqua, né la Pentecoste (feste in uso presso molte altre chiese pentecostali italiane ed estere). Tuttavia, queste festività sono celebrate da molti credenti in privato o da singole chiese locali.[63] Dato che non esiste la venerazione per i Santi, le ADI non festeggiano l'onomastico e altre feste correlate e quelle legate al culto dei morti. Una delle consuetudini dei membri ADI, nonché di alcune altre chiese pentecostali italiane, è quella di salutarsi dicendosi scambievolmente: "pace" (o Pace del Signore). Queste usanze, come pure il sedersi in zone separate per uomini e donne e l'uso del velo per le donne (v. sezione sopra), generalmente motivate con riferimenti biblici e storici, non vengono più osservate in alcune chiese locali. Diffusione[modifica | modifica wikitesto]Le Assemblee di Dio in Italia rappresentano ancora il movimento evangelico pentecostale più consistente, seguito dalle altre Chiese cristiane evangeliche di fede pentecostale associate o federate (come ad esempio, "FCP" ed "ACCEI") e molte indipendenti. Le ADI contano in tutto 1151 tra chiese, gruppi e stazioni di evangelizzazione (373 al Nord e 703 al Sud), condotte da 522 ministri di culto iscritti nel "Ruolo generale dei ministeri.[6] L'opera di evangelizzazione viene svolta dai singoli credenti e dalle comunità anche attraverso la televisione col programma Cristiani Oggi, trasmesso da 21 emittenti (di cui una su satellite), dalle 38 "Radioevangelo" e da internet,[64] su tutto il territorio nazionale. L'istruzione e l'informazione viene svolta attraverso la scuola domenicale e i mensili "Cristiani Oggi" e "Risveglio Pentecostale". Presidenti[modifica | modifica wikitesto]
Struttura organizzativa[modifica | modifica wikitesto]Nel corso degli anni la struttura organizzativa delle ADI ha subito dei mutamenti. Ad occuparsi dell'organizzazione spirituale ed amministrativa della comunità locale è il "Consiglio di chiesa." Il pastore è nominato dal Comitato di zona o dal Consiglio Generale delle Chiese su indicazione della comunità locale. Il "Consiglio di chiesa" di cui il pastore è presidente, viene eletto per alzata di mano (sebbene alcune chiese abbiano cominciato ad adottare lo scrutinio segreto) ogni quattro anni. Ogni "Consiglio di chiesa" e pastore locali, rendono conto del loro operato al "Comitato di Zona" eletto a scrutinio segreto ogni quattro anni dai pastori di quel territorio (l'elezione viene ratificata all'Assemblea Generale). Ogni "Comitato di zona", a sua volta, rende conto del proprio operato al "Consiglio Generale delle Chiese" eletto anch'esso a scrutinio segreto nell'Assemblea Generale che si tiene ogni quattro anni, e riservata a tutti gli iscritti al Ruolo Generale dei Ministeri. Questo sistema, sulla base di innumerevoli dichiarazioni presenti nello Statuto e Regolamento Interno ADI, ha soltanto funzione organizzativa e gli incarichi non rappresentano Cariche Ecclesiastiche e nemmeno Gerarchiche, non vanno intese perciò come funzioni di guida e ispirazione spirituale per le chiese aderenti all'opera[65]. Consiglio Generale delle Chiese (CGC)[modifica | modifica wikitesto]Il "Consiglio Generale delle Chiese" è l'organo amministrativo delle Assemblee di Dio in Italia, ed è composto dai seguenti membri:
Comitati di zona[modifica | modifica wikitesto]Da un punto di vista territoriale le ADI sono suddivise in otto zone comprendenti tutte le comunità locali[66]. Ogni territorio ha come organo di coordinamento un Comitato di zona a cui fanno riferimento i pastori che gestiscono le singole comunità locali.
Incontri nazionali[modifica | modifica wikitesto]Dal 1975 le ADI organizzano annualmente l'Incontro nazionale giovanile, una conferenza inizialmente riservata a giovani dai 18 ai 40 anni, della durata di tre giorni, ma che nel corso degli anni ha consentito la partecipazioni a fasce d'età inferiori e superiori il range suindicato, fino a divenire un vero e proprio raduno nazionale. Fino al 1986 i raduni si sono tenuti a "Villaggio Betania-Emmaus" (Fonte Nuova, Roma); dall'anno 1987 fino al 1990 si sono tenuti nella sala conferenze dell'Hotel Ergife (Roma); dal 1991 al 1998 si sono tenuti a Fiuggi, mentre dal 1999 vengono svolti a Chianciano Terme, ma dal 2009 si è imposta nuovamente la preferenza per Fiuggi. Dal 1995 si organizza il Convegno nazionale delle scuole domenicali, raduno annuale riservato a pastori e monitori delle scuole domenicali delle ADI. Come per i raduni giovanili, i convegni per monitori dal 1995 al 1998 sono avvenuti a Fiuggi, dal 1999 al 2008 a Chianciano Terme e dal 2009 al 2019 nuovamente a Fiuggi. Per la prima volta, a causa della pandemia da Covid-19, l’incontrò è stato sospeso fino ad aprile del 2022 con sede a Chianciano Terme. Dissidenze e scissioni[modifica | modifica wikitesto]Le critiche di Roberto Bracco[modifica | modifica wikitesto]Roberto Bracco (1915-1983)[67], rivestì la carica di Segretario Generale delle Assemblee di Dio in Italia dal 1947, ed ha fondato e diretto l'Istituto Biblico Italiano (IBI), la scuola biblica delle ADI, ha fondato e diretto la rivista "Risveglio Pentecostale", l'organo ufficiale delle ADI.[68] Lasciò gli incarichi direttivi nell'ADI nel 1960, fondando poco dopo l'Assemblea Cristiana Evangelica.[67] Rientrò a fare parte del Consiglio generale delle Chiese ADI nel 1977, ma nel 1982 destò clamore la pubblicazione del libro "La verità vi farà liberi" in cui Bracco denunciava oltre che la perdita del fervore pentecostale anche l'atteggiamento verticistico e gerarchico dell'organizzazione ADI. La pubblicazione del libro comportò la immediata espulsione di Bracco dal movimento[69]. Nel suo libro, Bracco affermava come l'organizzazione delle Assemblee di Dio in Italia avesse assunto un ruolo sempre più centralista e verticistico, dando al Consiglio generale delle Chiese e ai comitati di zona un potere che invece non aveva alle origini, rinnegando, secondo Bracco, le origini stesse del pentecostalismo e, addirittura, della stessa costituzione delle ADI, modificando la propria ecclesiologia che da congregazionalista era divenuta sempre più di tipo presbiteriana. Scissioni[modifica | modifica wikitesto]Nel 2007 si è determinata una scissione che ha coinvolto alcune chiese e pastori della Puglia[6] Nata in Puglia, ha finito per allargarsi anche in Campania dando vita così alla "Chiesa cristiana evangelica Assemblee di Dio" che vuole proporsi l'obiettivo di una maggiore apertura verso le altre realtà pentecostali e per una ecclesiologia più congregazionalista riconsegnando alle chiese locali quell'autonomia propria delle origini del Movimento pentecostale. La congregazione ha cambiato nome in Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio del Risveglio e in Chiesa Cristiana Evangelica Italiana (CCEI)[6][70]. Altri aspetti controversi[modifica | modifica wikitesto]Il sociologo evangelico Enzo Pace rileva nelle ADI i tratti caratteristici del fondamentalismo,[71] e stessa cosa fa, anche se in modo più generico, lo studioso cattolico Donald Gelpi[72]. Vittorio Fiorese, direttore della missione Cristo è la Risposta II, afferma che all'interno delle ADI emergerebbe una tendenza esclusivista, con l'intento di conservare una non meglio precisata "sana dottrina", che ritiene impedisca la comunione e la collaborazione con la quasi totalità degli altri movimenti evangelici pentecostali e con altre realtà cristiane in genere. Perciò, conclude Fiorese, le comunità locali delle ADI che teoricamente avrebbero dovuto godere di ampia autonomia in realtà sono imbrigliate nel rigido sistema centralistico che vincola e a volte condiziona i pastori disponibili a collaborazione e dialogo al di fuori delle Assemblee di Dio[73]. Sotto la presidenza di Felice A. Loria, questa tendenza al conservatorismo sembra stia muovendo verso una più graduale apertura verso il dialogo e la collaborazione con le altre realtà evangeliche pentecostali non appartenenti alle ADI, in armonia con le politiche di dialogo interdenominazionale, già proprie della Assemblee di Dio Americane (AOG). Ne è prova l'accordo stretto dalle ADI con le chiese "Elim"[74]. Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]Testi editi dalle Assemblee di Dio in Italia
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Cosa vuol dire Chiesa Evangelica ADI?Le "Assemblee di Dio in Italia (A.D.I.)" nascono sulla scia e come la trasposizione italiana del Risveglio Pentecostale statunitense del 1906.
Quante chiese evangeliche ci sono in Italia?Membri effettivi sono la Chiesa evangelica valdese (50.000 membri), l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (15.000), la Chiesa evangelica luterana in Italia (7.000), l'Opera per le Chiese evangeliche metodiste in Italia (5.000), la Comunità evangelica riformata di Confessione elvetica di Trieste, la Chiesa di ...
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