Il potere logora chi non ce l ha il padrino

IL PADRINO PARTE III

Anno: 1990
Regia di: Francis Ford Coppola
Genere: Drammatico

La vera ricchezza di un uomo sono i figli.

Tutte le famiglie hanno qualche brutto ricordo.

"Tu mi odi." "No, io non ti odio. Io ho paura di te."

Tutti i bastardi sono bugiardi. Shakespeare c'ha scritto delle poesie sopra.

Amicizia e denaro sono come acqua e olio.

Non devi mai odiare il tuo nemico... ti offusca il cervello.

Non far sapere mai a nessuno le tue intenzioni.

Peggio ti senti pi� saggio diventi.

La politica e i criminali sono la stessa cosa.

L'uomo pi� ricco � quello che ha gli amici pi� potenti.

Anche l'uomo pi� forte ha bisogno di amici.

Se la mente soffre, anche il corpo sta male.

La mia � un'anima irrecuperabile.

"A volte il bisogno di confessarsi � irresistibile... e noi dobbiamo cogliere il momento." "A che cosa serve la confessione se io non mi pento?"

Per tutta la vita ho cercato di elevarmi socialmente. Perch� credevo che in alto tutto fosse legale e corretto. Ma pi� in alto salgo e pi� il fetore aumenta.

Io non sono l'uomo che tu credi che io sia.

E' pericoloso fare le pulizie.

Chi costruisce sulla gente, costruisce sul fango.

Il potere logora chi non ce l'ha.

Il potere logora chi non ce l ha il padrino

ABBIATEGRASSO – “Il potere logora chi non ce l’ha” è senza dubbio uno degli aforismi più noti di Giulio Andreotti; eppure questa frase, a lungo ritenuta sua, non è farina del suo sacco.

A proferirla per primo sarebbe stato il politico e diplomatico francese del Settecento, Charles Maurice de Tayllerand, in francese “Le pouvoir n’epuise que ceux qui ne l’exercent pas“.

La frase, poi, sarebbe stata ripresa anche da Francis Ford Coppola ne Il Padrino Parte III, quando Licio Lucchesi, per qualcuno alter ego della figura proprio di Giulio Andreotti, prima di uccidere Calò, un killer al soldo dei Corleone, gliela sussurra all’orecchio.

Il 7 volte Premier Andreotti, invece, se la sentì dire in risposta ad una battuta di Berlinguer sulla sua prolungata permanenza al potere: “il potere logora”, disse il leader comunista. A cui la saggezza del leader democristiano replicò in modo geniale.

Il potere logora chi non ce l ha il padrino

Cominciamo da qui per esaminare cosa sta succedendo nella politica abbiatense a quasi due anni dal voto di maggio 2017, un momento cruciale nella vita di una legislatura locale: comincia infatti la parte centrale dei 5 anni, la lunga traversata nel deserto, che se per la maggioranza di governo è dirimente per la realizzazione dei propri obiettivi, per le minoranze coincide spesso col periodo di maggiore stanchezza.

A due anni dal voto, e a ben tre anni dal rinnovo, in una situazione come quella abbiatense (dove nonostante cambi e defezioni la maggioranza appare compatta e in relativa salute), la maggiore difficoltà la vive chi è seduto tra i banchi di opposizione.

E non è affatto un caso che il principale contendente di Cesare Nai, ossia Domenico Finiguerra, si lanci nella seconda corsa europea dopo quella del 2014.

Pur essendosi riposizionato, l’ex sindaco di Cassinetta è ancora molto conosciuto fuori dai confini di Bià, dove la sua insofferenza verso il livello della politica cittadina attuale è piuttosto palpabile.

Il potere logora chi non ce l ha il padrino

Così come radio palazzo segnala che almeno altri due esponenti di opposizione darebbero segnali di stanchezza, verso i propri partiti/liste e per la incapacità di poter incidere su di una situazione cristallizzata (verso il basso).

Una situazione- niente affatto paradossale in politica- in cui la principale forza della maggioranza di governo sta nello sfilacciamento degli oppositori.

Come sempre, il Divo Andreotti aveva colto nel segno: il Potere logora chi non ce l’ha.

Fab. Pro.

di Giosuè Battaglia.

Roma, 24 Maggio 2020 – La frase “Il potere logora chi non ce l’ha” si fa risalire al grande politico del settecento, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, principe di Benevento, e poi ripresa dal grande statista democristiano Giulio Andreotti.

Secondo questa frase, il potere che logora chi sta nel potere, perché è stremato dai vari impegni, si tramuta nel logorio dei nemici, perché loro sono inermi di fronte alla mancanza di potere. Tale frase è valida in ogni tempo e quindi sempre attuale, anche rispetto all’ultimo episodio, quello registrato proprio l’altro giorno e riguardante la votazione al Parlamento Italiano, a proposito delle due mozioni di sfiducia riguardanti il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Tali mozioni erano state presentate per la facilità con la quale sono stati scarcerati un numero notevole di boss condannati al carcere duro, il 41 bis, e l’altra per l’opposto. In questa votazione si è messa in evidenza il senso della frase citata in quanto si è confermato che il potere logora chi non ce l’ha. Si è assistito a una “polpetta” colossale che include tutti i componenti dell’attuale governo, i quali infischiandosene dell’andamento giudiziario di questo Paese, hanno votato a modo loro, più conveniente, pur di tenersi stretti la poltrona e questo è stato evidente specialmente ai più popolani. Allora ognuno dei cittadini comuni, si è chiesto come tutto possa essere ammissibile, proprio da parte di chi fino alla vigilia dell’instaurarsi del loro governo, avevano promesso uno stacco netto dalla vecchia politica e avevano gridato “honestà” che sarebbe stato il loro vessillo in ogni occasione affrontata; avevano anche detto che si sarebbero dimessi al primo sospetto e ancora per avere il taglio netto con il vecchio, si erano inventati il “vaffa”. Ma tutto è vano. Il loro attaccamento alla poltrona è sostenuto da altri che, se non fosse per la poltrona, andrebbero a fare altri mestieri. Sì perché si trovano in quelle poltrone senza essere stati eletti da alcuno e pur di mantenere il posto votano tutto quello che non li scolla. La cosa più inammissibile è quella di stare contro fino al momento della decisione, che per loro è quella che risponde meglio al loro obiettivo; il rimanere fino a fine legislatura. Intanto, il loro comportamento è condiviso da molti, che invece di aborrire, girano e voltano la frittata a loro piacimento. Anche le dichiarazioni che hanno preceduto la votazione, hanno dato un quadro da biasimare, infatti i diversi intervenuti a favore hanno fatto dichiarazioni che nulla avevano a che vedere con l’oggetto della mozione. E’ stato un modo, usato spesso da questo governo, con visioni che rimandano al futuro come: “…c’è bisogno…”, “…faremo…”, “…vedremo…”.

Eppure nessuno avrebbe auspicato un decadimento del governo in questo momento di pandemia, sarebbe stata un sciagura, anche se ce ne voleva. Sì, perché come diceva qualcuno, si stava discutendo sulle sfiducia di un componente del governo e non una mozione contro il presidente. Già di brutte figure ne sono state fatte a proposito del momento pandemico e basta guardare solo al numero dei Decreti emanati in poco tempo e il modo di emanarli. Mai come adesso c’è stato un governo più impreparato di questo attuale, composto da personaggi improvvisati e quindi non all’altezza. Dove sono i grandi statisti italiani che tanti ci invidiavano? Gente preparata e che sapeva farsi valere in ogni occasione e in ogni contesto. Ma chi è attento alle valutazioni sa aspettare quel momento per logorare chi passerà sull’altra sponda.

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