Le stufe a pellet hanno bisogno di corrente elettrica

Nuovo Modello.

La stufa a pellet FIORE  AIR è a tiraggio naturale e con alimentazione del braciere a caduta. Queste due funzioni non necessitano di alcun supporto elettrico o elettronico.

Non avendo motori o ventilatori è assolutamente silenziosa, progettata nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e facilissima da usare.

Caratteristiche tecniche:

- ventilazione aria calda a convenzione naturale

- autonomia con i due serbatoi pieni di 5 ore alla massima potenza e 8 ore al minimo

- valvola STOP FIRE che assicura un veloce spegnimento della stufa senza attendere    l'esaurimento del pellet nel serbatoio primario.

Potenza irraggiata 7,08 kW

Consumo pellet 1,5-2,5 kW

Volume riscaldabile 200 m³

Potenza globale 8,1 kW

Potenza nominale 7,08 kW

Rendimento 87,2 %

Capacità serbatoio 32 kg

Combustibile Pellet

Scarico fumi Ø 150 mm

Dimensioni 590x498x1288

Peso 154 kg

Canalizzazione no

Scheda tecnica in pdf:

Scritto il 23.12.2014 | Aggiornato il 11.06.2020 | nella Categoria Stufe a Pellet

Premessa: cosa dicono gli utenti sulla composizione del pellet dai rifiuti

Inquinamento e stufe a pellet è da sempre un binomio forte e di cui abbiamo già discusso nell'articolo “pellet da rifiuti: faccaimo il punto della situazione” in quell’articolo intendevamo la produzione di pellet da rifiuti come pannolini sporchi e caffè. Questo argomento ha portato alcune community appassionate di biomasse ed energie rinnovabili a discutere animatamente dell’argomento pellet-recupero e sviluppo energetico.

Alessio Montanarini Fondatore e Presidente di AISVEC (Associazione Italiana per lo Sviluppo Economico), a proposito della sperimentazione del pellet da rifiuti dice per esempio che:

“Considerando la normativa italiana sui rifiuti lo reputo impossibile! All'estero purtroppo (per noi) sono molto più elastici e meno farraginosi sulla materia. Di contro vanno considerate le emissioni e ciò che poi si brucerebbe…”

La sfiducia sulla possibilità in Italia di portare avanti proposte di ricerca e sviluppo nel campo della composizione del pellet per colpa della burocrazia è molto diffusa.

Vi sono invece utenti come Sergio Balacco, Top Contributor su Pellet Italia, che ritengono sia “errato” proseguire sulla strada del pellet prodotto dalla spazzatura, specialmente per le stufe a pellet domestiche; questo perché il rischio di produrre pellet pieno di “schifezze” qualsiasi da bruciare è troppo alto:

“Perché sarebbe un rischio, ognuno infilerebbe qualsiasi prodotto, anche inquinante, nelle siffatte caldaie a pellet e molto altro. Lasciamo che si bruci il pellet di legno nelle caldaie domestiche, è già un ottimo risultato quello di poterci riscaldare senza inquinare, poi quando avremo tutti rimosso il petrolio e i suoi derivati, dalle nostre case allora potremo pensare a come utilizzare meglio la nostra caldaia a pellets, rigorosamente di prodotti legnosi. C'è già chi realizza caldaie a pellet e produce anche energia elettrica per lo scambio sul posto. Battiamoci per quello, non per bruciare schifezze e affini.”

Uno spunto interessante che ci fa riflettere è quello che ci permette di capire che molto probabilmente potrebbe essere più produttivo cercare di moltiplicare le potenzialità del pellet in legno, invece che cercare di produrre pellet senza legno?

Anche in questo caso, come quando abbiamo cercato di spiegare i termini più diffusi nel mondo delle stufe a pellet con il nostro piccolo glossario, è necessario capire bene di cosa si stia parlando

Le stufe a pellet hanno bisogno di corrente elettrica

Cosa è lo scambio sul posto?

Lo scambio sul posto, come ci spiega molto bene questo articolo pubblicato su Qual Energia è la possibilità di ottenere un rimborso in bollette con la produzione di energia elettrica privata grazie ai pannelli fotovoltaici. Una forma indiretta di incentivo, quasi sempre cumulabile con gli altri incentivi presenti per le rinnovabili (come il Conto Termico). Oggi possiamo fare la stessa cosa riuscendo a recuperare fino al 110% del costo grazie al Decreto Rilancio 2020, è un’opportunità unica per l’efficientamento energetico dei nostri appartamenti e quindi poter installare una caldaia a pellet.

La domanda successiva è facile da intuire: allo stato attuale delle cose, sarebbe possibile produrre energia per scambio sul posto anche con le stufe a pellet?

Caldaie come generatori di corrente elettrica a pellet

La risposta a questo quesito interessante sulla combustione del pellet possiamo trovarla in un esperimento condotto dall’azienda Okofen e di cui si è avuto notizia circa un anno fa: la famiglia italiana residente in Val d’Aosta Clusaz ha installato, per la prima volta in assoluto nel territorio nazionale, una caldaia a pellet che produce energia elettrica. Stando a quanto si dice sul sito la caldaia a pellet produce:

“calore ed energia elettrica per una superficie abitativa di 270 m², usando come combustibile esclusivamente pellet locale e naturale. A questo ci pensa la Pellematic Smart_e che con 14 chilowatt di potenza termica genera 1 chilowatt di corrente elettrica. In un’ora di funzionamento la caldaia produce una quantità di energia necessaria per un lavaggio di lavatrice.”

A prescindere dai dubbi – La Regione Valle d'Aosta ha erogato un contributo sostanzioso alla famiglia Clusaz per il sostenimento dei costi dell'operazione, e come al solito ci può sembrare difficile che la cosa sia estendibile a tutto il territorio nazionale – sembra davvero che il futuro ci vedrà non solo consumatori, ma anche e soprattutto produttori di energia elettrica. Potremmo approdare a una sorta di autarchia energetica produrre energia pulita dal cippato autonomamente. 

Il motore stirling per produrre energia elettrica dal pellet

Del resto, in Germania è nato il motore Stirling, ovvero la Caldaia Stirling che permette di produrre energia elettrica dai pellet e addirittura dal sole, ottimizzando al massimo le emissioni delle stufe a pellet. Forse un futuro in cui le biomasse potranno davvero sostituire o integrare pienamente carbone e petrolio non è poi così lontano. 

Nell’attesa, meglio informarsi su un argomento molto discusso: “il pellet fa risparmiare? E se si, quanto?”

Cosa succede se va via la corrente alla stufa a pellet?

Energia elettrica: le stufe a pellet, per il loro funzionamento ne hanno bisogno. Pertanto in caso di mancanza di corrente la stufa a pellet si ferma per poi riprendere a funzionare al ritorno della corrente.

Quanta energia elettrica consuma una stufa a pellet?

Ipotizzando un funzionamento medio di 4 ore al giorno per 6 mesi di riscaldamento, una stufa a pellet da 80W consuma circa 60kWh l'anno, paragonabile al consumo di una caldaia a gas.

Come riscaldare una casa senza corrente?

Indipendentemente da cosa causi l'assenza di corrente, è necessario avere un piano..
Isolare maggiormente la tua abitazione;.
Cucinare in casa;.
Ricoprire i pavimenti con dei tappeti;.
Trovare e chiudere eventuali spifferi d'aria nei serramenti;.
Mettere stracci sotto le porte..

Quante ore può rimanere accesa la stufa a pellet?

In genere, una stufa a pellet con un pieno di combustibile ha una autonomia di 14 ore. A seconda della potenza impostata, può arrivare anche a 40. Quando si accende una stufa è importante, prima di tutto, impostare la massima potenza e regolare il termostato alla temperatura desiderata.