Ultime notizie sulle pensioni per i nati nel 1962

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Andare in pensione subito, anche se allettante, potrebbe costare molto caro a chi sceglie l’opzione donna.

Possibilità di pensionamento anticipato per le donne esiste anche se in alcuni casi può comportare anche penalizzazioni pesanti. Ovviamente quando c’è necessità meglio avere una via d’uscita dal lavoro seppur penalizzante, che trovarsi in difficoltà. Rispondiamo ad una lettrice che ci chiede:

Sono docente di scuola primaria statale, ho 59 anni, sono nata il 2/ 2/62; sono Caregiver di mio figlio autistico di 31 anni. Sono entrata in ruolo nel settembre 1983 e prima ho solamente lavorato in gestione privata per 9 mesi. Quando potrò andare in pensione? Grazie.

Potrebbe andare in pensione anche subito con l’opzione donna, avendo raggiunto i 58 anni nel 2020 e anche i 35 anni di contributi richiesti per l’accesso. Potrebbe, quindi, presentare entro fine anno domanda di cessazione dal servizio per accedere alla pensione il 1 settembre 2022, ma le consiglio questa scelta solo nel caso che non abbia alternativa e che la sua situazione le richieda un pensionamento entro breve.

Questo perchè l’opzione donna potrebbe essere molto penalizzante in alcuni casi, richiedendo il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno previdenziale (e nel suo caso i 12 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995, che attualmente ricadono nel sistema retributivo, andrebbero calcolati con quello contributivo, notoriamente meno conveniente).

A tutte le lavoratrici che intendo scegliere l’opzione donna, infatti, consiglio di simulare la pensione spettante con il calcolo misto e quella che spetterebbe con il ricalcolo contributivo per capire se davvero vale la pena anticipare la pensione.

Nel suo caso specifico, poi, avendo ormai maturato 38 anni di contributi (senza considerare i 9 mesi che ha versato nel privato che potrebbe ricongiungere o cumulare) il pensionamento anticipato senza penalizzazione lo raggiungerebbe alla maturazione dei 41 anni e 10 mesi di contributi.

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Tante le strade per andare in pensione anticipata nel 2021 che si sommano ai pensionamenti per raggiunti limiti di età, a 67 anni, delle Pensioni di vecchiaia. Il nuovo anno sarà l'ultimo di sperimentazione della quota 100: con 38 anni di contributi possono agganciare l'uscita i nati nel 1959, mentre i nati un anno prima possono sperare nelle pensioni anticipate dell'Ape social. In tutto otto vie maestre per la pensione di chi ha già superato i 60 anni di età o di chi è prossimo (le donne in uscita con opzione donna) in attesa della riforma delle pensioni che dovrebbe prendere forma nel corso del 2021 con i tavoli governo-sindacati già annunciati dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Pensioni anticipate con 42 anni e dieci mesi di contributi: nel 2021 in uscita chi ha iniziato a lavorare a 18 anni

In pensione di vecchiaia innanzitutto i nati nel 1954 che raggiungeranno i 67 anni di età nel corso del 2021: è questo il principale canale di pensionamento di chi ha anche accumulato almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, formule di pensione anticipata permetteranno anche a chi è nato dopo di lasciare il lavoro nel corso dell'anno, fino ad arrivare ai nati nel 1964-1965: si tratterà di verificare se sono stati maturati gli anni di contributi o le condizioni socio-economiche richieste. La variante principale alla vecchiaia è la pensione anticipata di soli contributi: gli uomini possono uscire a qualunque età purché abbiano versato 42 anni e dieci mesi di contributi, alle donne è richiesto un anno in meno di contribuzione.

Requisiti, questi ultimi, richiesti dalla riforma Fornero che, conti alla mano, potrebbero essere agganciati dagli uomini nati nel 1960-1961 e dalle donne nate nel 1961-1962 purché abbiano iniziato a lavorare e a contribuire a 18 anni, o anche prima, e abbiano avuto una carriera continua. Tuttavia, i nati tra il 1958 e il 1962 hanno anche altri canali di uscita flessibile per andare in pensione.

Pensioni anticipate: chi esce nel 2021 con quota 100, tre scadenze per domanda Ape sociale

Infatti i nati nel 1958, che nel 2021 compiranno dunque 63 anni, potranno andare in pensione anticipata con la formula dell'Ape sociale purché rientrino in una delle categorie svantaggiate (disoccupati, assistenti di familiari disabili, invalidi con almeno il 74%) e abbiano 30 anni di contributi minimi o siano impiegati in mansioni gravose (come le maestre delle scuole dell'infanzia, gli educatori di asili nido o gli infermieri) con 36 anni di contributi.

Per l'Ape sociale sono previste tre finestre di presentazione della domanda nel corso del 2021: il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre. Solo chi presenta domanda entro la prima scadenza avrà gli arretrati dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2021, mentre le domande accettate entro il 15 luglio avranno decorrenza della pensione a partire dal mese successivo a quello dell'istanza. La classe 1959 è l'ultima che potrà uscire con quota 100 nel 2021: con 38 anni di contributi i 62enni potranno presentare domanda di pensionamento con una formula che, in base alle ipotesi di pensionamento che si fanno per il 2022, vedrà aumentare di due anni il requisito anagrafico (quota 102).

Pensione anticipata a meno di 60 anni: precoci con quota 41 e opzione donna

Requisiti particolari sono richiesti per le pensioni anticipate dei nati tra il 1959 e il 1960: si può agganciare l'uscita a 61 anni e sette mesi di età purché si rientri nelle categorie dei lavoratori impiegati in mansioni usuranti e notturni. Tuttavia, oltre all'Ape sociale, la legge di Bilancio 2021 ha prolungato di un anno anche la sperimentazione dell'opzione donna: interessate sono le lavoratrici nate nel 1961 e 1962 che nel 2021 potranno andare in pensione a 58 anni se dipendenti e a 59 se autonome (requisiti già maturati entro il 31 dicembre 2020) purché abbiano anche 35 anni di contributi e accettino il ricalcolo contributivo della futura pensione.

Quota 41 offre un arco temporale più lungo per le pensioni anticipate del 2021 arrivando a coprire anche i nati nel 1963, 1964 e 1965 che abbiano 41 anni di contributi, uno dei quali versato entro i 19 anni di età, e rientrino nelle categorie svantaggiate dell'Ape social. Conti alla mano, per i più giovani è necessario aver iniziato a lavorare intorno ai 14-15 anni, nel 1978-1979, e non aver subito interruzioni lavorative che pregiudichino il versamento dei 41 anni di contributi.

© RIPRODUZIONE VIETATA

Chi è nato nel 1962 quando va in pensione?

I nati il o dopo il 1° gennaio 1962 possono andare in pensione a 61 anni se hanno 40 anni di contributi accreditati settimanali di sicurezza sociale (40 x 52 = 2.080 contributi).

Chi può andare in pensione a 60 anni?

Per andare in pensione a 60 anni, quindi con 7 anni di anticipo rispetto all'attuale pensione di vecchiaia ordinaria, bisogna aver maturato un'anzianità contributiva tale da consentire di accedere alla pensione anticipata ordinaria (attualmente 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).

Quali sono le finestre di uscita per la pensione?

Quindi, il diritto alla pensione di vecchiaia per i lavoratori addetti a mansioni gravose resta a 66 anni e sette mesi, quello alla pensione anticipata a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Le mansioni gravose sono 15, e sono elencate nell'allegato b della legge 205/2017.

Quando si può andare in pensione con 35 anni di contributi?

Se i 35 anni di contributi sono stati completati entro la fine del 2021 (31 dicembre), e alla stessa data sono stati completati 58 anni di età per le dipendenti o 59 anni per le autonome, opzione donna è fruibile. E la nostra lettrice di 62 anni compiuti rientrerebbe perfettamente.

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