Dopo 90 giorni la multa non si paga

Le amministrazioni hanno tempi ben definiti per la notifica multe. Sapere calcolare i 90 giorni è il primo passo verso l’annullamento

Il principio sulle notifiche multe a cui gli enti pubblici non possono sottrarsi è noto. Tra la violazione e la comunicazione a casa devono trascorrere al massimo 90 giorni. Gli scontri con gli automobilisti trasgressori si combattono proprio sul conteggio dei giorni. Molto spesso anche solo 24 ore possono fare la differenza per la validità di una sanzione. Ecco perché è importante comprendere come si calcolano i 90 giorni per l’annullamento. Ma soprattutto ecco perché la Corte di Cassazione si è espressa in materia confermando un concetto che ha mandato in tilt numerose amministrazioni pubbliche. Queste ultime si trovano infatti da una parte alle prese con una grande mole di pratiche burocratiche da smaltire. Dall’altra con la necessità di far rispettare sul territorio le norme del Codice della Strada. Nel mezzo c’è la ricerca dell’efficienza nella notifica delle multe che non sempre viene raggiunta.

Ci ha pensato la Corte di Cassazione a fissare un principio importante sulla notifica delle multe. E lo ha fatto in occasione di una controversia tra il Comune di Milano e un automobilista. Fra la trasgressione commessa e la consegna della notifica al domicilio del proprietario del veicolo il tempo massimo è di 90 giorni. Oltrepassato questo limite scatta l’annullamento. La regola vale per tutte le infrazioni, dal superamento dei limiti di velocità all’attraversamento di un incrocio con il semaforo rosso, dal passaggio nelle Ztl senza autorizzazione al divieto di sosta fino ad arrivare al mancato allacciamento delle cinture di sicurezza. L’incertezza è nata dalla differente interpretazione del Comune lombardo. Secondo Palazzo Marino, il calcolo dei giorni non dovrebbe scattare dal momento della violazione bensì da quando gli enti accertatori (come i vigili urbani) cominciano a esaminare le foto dell’automobilista trasgressore. Ad esempio quelle catturate dall’autovelox o da un altro apparecchio per il rilevamento della velocità. Alla base di questo ragionamento c’è anche un problema di carattere pratico: la difficoltà a visionare in tempi rapidi tutto il materiale relativo alle infrazioni stradali.

Dopo 90 giorni la multa non si paga

NOTIFICA MULTE E LENTEZZE BUROCRATICHE

L’ordinanza della Corte di Cassazione sulle notifiche multe agli automobilisti ha piazzato un importante punto fermo sulla questione. Basti pensare che fino alla decisione, molti Comuni (non solo quello di Milano) ritenevano adeguati 180 giorni di tempo dall’infrazione alla notifica della sanzione. Nonostante il lungo e dettagliato articolo 201 del Codice della Strada facesse riferimento al limite di 90 giorni “dall’accertamento”. Più precisamente, si legge, “qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con l’indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro 90 giorni dall’accertamento, essere notificato all’effettivo trasgressore o, quando questi non sia stato identificato e si tratti di violazione commessa dal conducente di un veicolo a motore munito di targa, ad uno dei soggetti indicati  nell’art.  196”, come risulta dai pubblici registri alla data dell’accertamento. Per i togati non possono essere gli automobilisti a dover pagare le lentezze burocratiche.

Dopo 90 giorni la multa non si paga

QUANDO LA NOTIFICA MULTE PUÒ SUPERARE I 90 GIORNI

Ma attenzione al caso di ritardata trascrizione del passaggio di proprietà al Pubblico registro automobilistico delle auto usate. In questa circostanza l’amministrazione ha diritto a un supplemento di tempo per rintracciare il nuovo intestatario rispetto ai 90 giorni assegnati dal Codice della strada. Stessa cosa se il proprietario dell’auto ha cambiato residenza e non ha comunicato tempestivamente la modifica al Comune.

Dopo 90 giorni la multa non si paga

COME FARE AD ANNULLARE LA MULTA CON NOTIFICA DOPO 90 GIORNI

Nel caso di ricezione di una multa dopo 90 giorni dal momento dell’infrazione occorre proporre ricorso per l’annullamento. L’ente accertatore non cancella la sanzione in automatico. Per rafforzare la propria posizione, il ricorrente può citare anche la nota del Ministero dell’Interno (numero 0016968 del 7 novembre 2014), secondo cui le multe notificate dopo 90 giorni sono illegittime. Il trasgressore deve presentare opposizione entro 30 giorni al giudice di pace o entro 60 giorni al prefetto dov’è stata commessa l’infrazione. Solo nel secondo caso il procedimento è gratuito. In entrambe le circostanze attenzione a non sbagliare nel calcolo dei giorni per non uscirne sconfitti. Perdere davanti al prefetto significa anche vedersi raddoppiato l’importo della multa originaria.

Quanto tempo deve passare per non pagare una multa?

Come evidenziato dall'art. 209 del Codice della Strada, la prescrizione delle multe scatta a partire da 5 anni dopo l'ultima notifica. Ciò significa che, in caso di violazione, se entro 60 mesi non arriva nessun avviso o sollecito non bisogna più pagare la sanzione, in base a quanto previsto dalle normative di legge.

Cosa succede se una multa arriva dopo 90 giorni?

La multa notificata oltre i 90 giorni dal momento in cui l'automobilista ha commesso l'infrazione, è da ritenersi illegittima e dunque deve essere annullata.

Da quando decorrono i 90 giorni per la notifica di una multa?

L'art. 201 del Codice della Strada stabilisce che il termine di notifica del Verbale, quando la violazione non viene immediatamente contestata, è pari a 90 giorni e che esso decorre dalla data di accertamento dall'asserita violazione.

Qual è il tempo massimo per ricevere una multa?

La normativa vigente prevede che una multa vada inviata entro 90 giorni dall'accertamento della violazione che ha generato la sanzione stessa. Il limite dei 90 giorni riguarda, quindi, il periodo di tempo che passa dall'infrazione stessa alla notifica a casa del relativo verbale.