La calcolosi, detta anche litiasi, è una delle più comuni e antiche malattie delle vie urinarie. Tale patologia è caratterizzata dalla presenza di piccoli sassolini, calcoli appunto, lungo il decorso delle vie urinarie. I calcoli renali possono essere costituiti da
varie componenti chimiche, singole o in combinazione: La calcolosi urinaria è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale, e in Italia in
particolare. Si calcola che colpisca circa il 10% della popolazione maschile e il 5% della popolazione femminile. L'età con maggiore incidenza è quella compresa tra i 30 e i 50 anni. Le recidive sono molto frequenti, tanto da verificarsi in una percentuale che varia, a seconda degli studi, dal 25 al 50% dei casi dopo 5 anni. L’incidenza stimata in Italia è di circa 100.000 nuovi casi all’anno. Tra le
cause, viene data molta importanza alla familiarità, a una dieta squilibrata e alla scarsa assunzione di liquidi.
La formazione di calcoli è la conseguenza del medesimo processo chimico che comporta la precipitazione dello zucchero nella tazzina di caffè: se una sostanza contenuta nelle
urine è più concentrata del normale, dando origine alla cosiddetta sovra-saturazione, rischia di precipitare e formare cristalli che fondendosi tra loro nel fondo dei calici renali formano appunto i calcoli, dal latino calculus (sassolino). Questo non avviene nei soggetti sani perché nelle urine ci sono delle sostanze che contrastano in maniera efficace la cristallizzazione, fondamentalmente citrati.Che cosa sono i calcoli renali?
Diagnosi
La metodiche per diagnosticare la calcolosi sono:
- la prima scelta è l'ecografia, che fornisce informazioni sufficientemente dettagliate senza esporre il paziente a radiazioni.
- la TAC, generalmente senza mezzo di contrasto, solo nei casi dubbi o in cui bisogna decidere la strategia chirurgica più adatta.
Trattamenti
In Humanitas è attivo un Centro della calcolosi urinaria, o Stone Center, con l'obiettivo di diagnosticare e curare la calcolosi delle vie urinarie e prevenirne le recidive.
La presenza, in
ospedale, di competenze e tecnologie dedicate consente di scegliere di volta in volta il trattamento più indicato per ogni tipologia di calcolo e paziente.
Presso lo “Stone Center” di Humanitas è possibile eseguire tutti i tipi di trattamento attualmente possibili:
Litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL)
Litotrissia percutanea (PCNL)
Litotrissia endoscopica ureteroscopica (URS)
Litotrissia endoscopica endorenale per via retrograda con ureteroscopio flessibile (RIRS)
Chirurgia a cielo aperto (da riservarsi solo a rari casi di calcolosi tanto complessi da rendere sconsigliato l'approccio endoscopico).
La colica renale è caratterizzata da un dolore acuto e improvviso a livello lombare, in corrispondenza dell’ultimo tratto della schiena all’altezza dei reni. Si tratta di un dolore molto violento, spesso descritto come una coltellata, causato dall’ostruzione o dal passaggio dei calcoli, piccoli
sassolini che si formano nei reni e dalle vie urinarie si spostano negli ureteri. La colica renale è un dolore violento e improvviso localizzato nella parte bassa dell’addome e della schiena provocato dalle contrazioni delle viscere e degli organi cavi dotati di pareti muscolari. A causarlo sono la presenza e il transito
dei calcoli renali. I calcoli sono piccoli agglomerati composti da sali minerali organizzati in micro e macro cristalli che si formano nei reni e sono responsabili della calcolosi
renale. I calcoli hanno dimensioni variabili e non provocano necessariamente danni all’organismo ma il loro passaggio, anche se non causa danni permanenti, può essere molto doloroso. Negli uomini il dolore può irradiarsi fino al testicolo e nella donna fino alla regione vaginale. Può essere più frequente nelle donne durante la gravidanza. Il paziente colpito da colica renale fatica a trovare una posizione in grado di alleviare il dolore. La colica renale è provocata dall’ostacolo e dal transito dei calcoli renali. Quelli di maggiore dimensione possono ostacolare il passaggio dell’urina, mentre quelli più piccoli, spinti in avanti dal flusso dei liquidi, forzano le pareti dei piccoli condotti che portano l’urina verso la vescica. Queste, nella maggior parte dei casi, sono le cause delle coliche. I calcoli renali
possono essere silenziosi e non dare alcun sintomo fin quando si trovano all’interno dei reni, poiché hanno a disposizione uno spazio più ampio e non determinano ostruzione. Quando si muovono attraverso l’uretere, il condotto che collega il rene alla vescica, causano l’insorgenza della colica.Che cos’è la colica renale?
Quali sono le cause della colica
renale?
Quali sono i sintomi della colica renale?
In generale i calcoli possono provocare sintomi che includono:
- Dolore acuto, che si irradia verso il basso fino all’inguine.
- Dolore acuto al fianco e alla schiena, nella parte immediatamente sotto le costole.
- Tracce di sangue nelle urine
- Nausea e vomito
- Sudorazione
- Pallore
- Tachicardia
- Bisogno di urinare con frequenza
- Febbre e brividi, in presenza di un’infezione.
Come prevenire la colica renale?
La prevenzione delle coliche si ottiene seguendo uno stile di vita sano, con un’alimentazione moderata, povera di proteine di origine animale. Ricca in vegetali possibilmente non a foglia larga. Utile anche un’attività fisica moderata e regolare e bere acqua oligominerale circa 2 litri al giorno.
Diagnosi
Lo specialista sottopone il paziente con sospetta colica renale a ecografia, per valutare la presenza di calcoli e l’eventuale sofferenza renale secondaria, e verificare a che altezza si sono eventualmente bloccate le concrezioni. Potrebbero essere richiesti anche ulteriori esami di approfondimento quali la TAC con o senza mezzo di contrasto.
Trattamento
Di norma viene somministrato un analgesico in associazione eventuale a cortisone e citrato di potassio, per attenuare il dolore fino all’espulsione definitiva del calcolo. Questo è possibile quando non è associata l’evidenza di sofferenza renale secondaria tendenzialmente per calcoli fino a 6-7 mm.
Quando non avviene la risoluzione spontanea ci sarà necessità di un trattamento più aggressivo secondo le indicazioni poste dall’urologo: le terapie abitualmente impiegate sono l’ESWL (litotrissia extracorporea), l’ureteroreno litotrissia retrograda o percutanea.
La comparsa di febbre richiede l’accesso in Pronto Soccorso per una più attenta valutazione e per evitare il rischio di shock settico.