Perché il prezzo del metano è raddoppiato

In una notte il prezzo del metano è raddoppiato. Brutta sorpresa per tutti gli automobilisti con le vetture a metano. Dal primo ottobre il prezzo del metano è raddoppiato perché è passato da un euro a due euro al chilo.

Gli ignari automobilisti che hanno fatto il pieno sono rimasti a bocca aperta. Eppure proprio in questi giorni Draghi si è preoccupato per il salvataggio del pianeta. Si stima infatti che l’impatto ambientale delle vetture a metano sia bassissimo.

Colpa del costo delle materie prime

Al momento l’aumento non è omogeneo ma presto tutti i distributori saranno allineati al prezzo di due euro al chilo. Nessuna colpa dei titolari dei distributori. Il Governo è riuscito a calmierare gli aumenti sulle bollette di gas e luce agendo sul prezzo finale, mentre non può agire a monte, sui prezzi delle materie prime.

E pensare che con l’inizio della transizione ecologica, in attesa della messa a punto delle vetture elettriche, si era puntato su questo tipo di alimentazione. Adesso salta tutto. L’aumento avrà notevole ripercussioni: consumi, ma anche sul costo di altri prodotti, per via dell’incremento del costo dei trasporti per tutte le materie trasferite con mezzi alimentati a metano.

Rimangono i disagi del rifornimento a metano senza più il risparmio

In Italia le automobili alimentate a metano sono tre milioni e mezzo. Di queste, più di 925 mila (2,41) sono a doppia alimentazione benzina – metano. Le vetture bifuel in Italia si attestano intorno all’8,88% dell’intero parco circolante.

Il metano è stato scelto pur sapendo che comporta dei disagi. Anche se negli ultimi anni, mentre il paese si avvia verso una maggiore consapevolezza ambientale, si è cercato di ridurli. Primo tra tutti la riduzione dello spazio del portabagagli per inserirvi la bombola. In secondo luogo si ha una perdita di potenza del motore anche se negli impianti più moderni la differenza di prestazioni nell’uso pratico dell’autoveicolo è quasi inavvertibile.

Difficoltà talvolta di trovare rifornimento. Anche se via via i distributori che forniscono metano sono aumentati. L’automobilista non può procedere con il self service, e questo riduce ancora di più la fattibilità del pieno. Italia, ci sono circa 1.200 stazioni di rifornimento. In Europa sono attive 3.700 stazioni in 29 paesi.
Il costo della manutenzione. Ogni anno le bombole devono essere revisionate ad un costo modico di 50/70 euro ma il costo più importante è sostenuto ogni 4 anni quando occorre cambiare del tutto le bombole al prezzo di circa 400 euro

Spese e disagi che valeva la pena sostenere per evitare il più possibile l’inquinamento e quando con 13 euro si percorrevano circa 300 chilometri. Adesso non più.

Economia

4 Ottobre 2021 - 11:37

Il prezzo del metano è in volo e per chi possiede auto alimentate con questo combustibile la batosta economica può essere durissima. L'allarme del Codacons.

Il prezzo del metano per le automobili ha subìto negli ultimi giorni un vero e proprio boom, arrivando a raddoppiare in alcune regioni d'Italia nei primi giorni d'ottobre. Una vera e propria beffa per molti automobilisti che proprio sulla miscela basata sul gas naturale hanno puntato per le loro vetture.

Oggi nei 1.500 distributori italiani di metano per auto un pieno che può costare il doppio rispetto alle settimane scorse, fino a raggiungere e superare i due euro al chilo e a toccare quota 2,2 euro in Toscana.

Cosa c'è dietro la fiammata dei prezzi che ha colto in contropiede operatori del mercato, consumatori e analisti? Una serie di fattori di carattere strutturale legati sia a dinamiche economiche interne che a scenari internazionali.

C'è sicuramente in primo luogo il tema della stagionalità. Il primo motivo è legato al fatto che il primo ottobre è il cosiddetto "capodanno del gas", il giorno in cui inizia l'anno termico e che è il punto di riferimento per contratti e negoziazioni tra operatori e fornitori. Dunque a inizio ottobre i contratti hanno interiorizzato le questioni legate alle complesse dinamiche dell'economia italiana ed internazionale accumulatesi nei mesi passati.

In secondo luogo, proprio in relazione a tali dinamiche, c'è il rischio di una crisi energetica che riguarda l'Europa nel suo complesso e l'Italia in particolare in materia di disponibilità di fonti energetiche e gas in particolare. Mentre l'autunno entra nel pieno e l'inverno si avvicina il Vecchio Continente ha le scorte di gas ai minimi in una fase di prezzi crescenti. La tempesta perfetta per materie prime come il gas naturale può verificarsi all'incrocio tra la crisi della disponibilità materiale di risorse e l'impennata dei prezzi.

Gioca poi un contributo anche l'inflazione e l'aumento dei prezzi nell'intera filiera, dalla generazione al trasporto, che impatta su un contesto di consumi crescenti. Come ha sottolineato al Quotidiano Nazionale un importante manager del settore del metano, Massimo Monti ad dell'azienda di distribuzione SprintGas, il peso specifico del mercato è cresciuto, e nel primo semestre dell'anno la domanda di metano per auto era "al +13% rispetto al semestre 2020. Un dato che, sommato al progressivo aumento del circolante a metano negli ultimi 5 anni – passato da 1,071 milioni di veicoli nel 2019 a 1,088 milioni nel 2020 – delinea un settore vitale che tanto ha da dare al Paese e ai cittadini" ma che al contempo è soggetto a crescenti fragilità.

Quarto punto è la strutturazione del mercato internazionale del gas sfavorisce l'Italia in questa fase. Con la Russia che ha gradualmente ristretto le forniture, marciando sull'aumento del prezzo, buona parte del traffico di gas naturale avviene per mezzo dei carichi marittimi che vengono quotati giornalmente e stanno subendo in questi mesi una forte attrazione da parte delle economie asiatiche, dotate di un potere di mercato notevolmente maggiore della capacità di contrattazione degli imprenditori della distribuzione stradale.

Infine, il metano per auto non è stato incluso assieme ad altri carburanti tra quelli favoriti dall'Iva agevolata al 5% nel recente decreto di ristoro per le bollette dei consumatori italiani. La richiesta dell'associazione di categoria, Federmetano, è proprio che il governo Draghi intervenga in questo campo alleggerendo una pressione che, prima ancora che sui consumatori, riguarda da vicino gli operatori messi in difficoltà nella capacità di erogazione di servizi e nella capacità di reggere il mercato. Con questi trend di prezzo il Codacons, sommando il prezzo dei carburanti, quello delle bollette e dell’inflazione, ha calcolato che per ogni consumatore proprietario di un auto a metano il conto annuale dei rincari potrebbe, senza cambiamenti, avvicinarsi ai 1.500 euro di spesa extra. Una batosta che colpirebbe in primo luogo distributori e produttori di auto a metano. E che segnala la gravità delle turbolenze che stanno riguardando i prezzi dell'energia in queste settimane.

Perché hanno aumentato il prezzo del metano?

Perché il prezzo del metano sale velocemente? A differenza di quanto accade per benzina e gasolio, i cui prezzi oscillano all'interno di una forbice più ristretta, per il metano le variazioni sono così evidenti anche a causa del tipo di contratto che i distributori firmano per la fornitura del gas.

Quando il metano tornerà a prezzi normali?

Tradotto significa che il prezzo della materia prima potrà salire ancora salvo poi stabilizzarsi e cominciare a scendere con l'inizio del 2022 ma il livello attuale dei prezzi potrebbe rimanere elevato (rispetto agli standard a cui eravamo abituati) per altri 12/18 mesi, quindi per tutto il 2022 e l'inizio del 2023.

Quando si abbasserà prezzo metano?

Lunedì 2 Maggio 2022 Il decreto conferma le indiscrezioni trapelate nel corso della mattinata (IVA ridotta dal 22% al 5%) che dovrebbe portare il prezzo medio del metano per auto in Italia attorno alla soglia di 1,9€/kg (stante l'odierna quotazione del gas naturale al TTF a 96€/MWh.

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